Sanità, contratti scaduti: 100 posti a rischio
La Regione ha bloccato le proroghe al 31 dicembre. Rabbia sindacati: «I soldi ci sono, perché il problema non è stato affrontato prima?»
Sono 100 i professionisti, impiegati in tutti i reparti della sanità provinciale, in capo all’azienda ospedaliera Marche Nord e all’Asur Area Vasta 1 che rischiano di trovare sotto l’albero di Natale la lettera di licenziamento. Una perdita che arriverà a quota 200 in primavera, se la giunta Acquaroli non ci metterà riparo. «A casa dal 1 gennaio: bel modo di ringraziare gli eroi, i sanitari che hanno combattuto il Covid» sbotta Massimo Ragni, infermiere ed Rsu con Fp Cgil di Ospedali Marche Nord, a nome di un fronte compatto di rappresentanze sindacali. Ieri Fp Cgil, Fp Cisl, Uilfpl, Fials, Nursing up, Nursind, si sono trovati davanti al Palazzo del Governo, in Piazza del Popolo con bandiere e volantini per dimostrare sia la rabbia e la preoccupazione dei tanti lavoratori precari, ma anche il rischio, rallentamenti, allungamento delle liste d’attesa e contrazioni nei servizi al cittadino.Una delegazione di sindacalisti –Angelo Aucello (Uil Fpl); Massimo Ragni (Cgil Fp); Alessandro Contadini (Cisl fp); Claudio Acacia Fials; Gaetano Magro (Nursing Up; Marco Orni (Nursing); gli Rsu dell’azienda ospedaliera Marche Nord, Valerio Lanno e Davide Antoniucci, rsu Av1 – è salita dal prefetto, Tommaso Ricciardi. Al tavolo, la presenza dei rappresentanti delle direzioni sanitarie, ha permesso di mettere a fuoco il nodo della questione. «Il problema non sono i soldi – osserva Aucello –: i dirigenti sanitari di Av1 e Marche Nord hanno detto di avere, a bilancio, le risorse che potrebbero coprire il rinnovo del contratto ai 200 professionisti fino all’ agosto 2023». E perché non lo fanno? Non serve personale? «Il personale serve eccome – sbotta Contadini –, scherziamo? Ha visto i dati di liste d’attesa e della mobilità passiva? I dirigenti si sono nascosti dietro un dito». Cioè? «La Regione – spiega Ragni – con la legge per il riordino del servizio sanitario regionale ha bloccato le proroghe dei contratti al 31 dicembre». Di fatto un tappo che potrebbe essere rimosso dalla stessa Regione con una deroga? «Esattamente. Però – continua Contadini – era prevedibile: le direzioni sapevano che ci saremmo trovati in questa situazione già da agosto 2022. Perché non hanno segnalato alla giunta Acquaroli questo enorme problema? Le conseguenze non saranno soltanto a discapito dei lavoratori, ma anche dei cittadini, utenti dei servizi sanitari». Il prefetto Ricciardi ha ascoltato le parti e ha detto che avrebbe sensibilizzato, con una lettera, la presa di posizione della giunta regionale. «Ringraziamo il prefetto per quanto potrà fare – osserva Claudio Acacia, Fials – , ma non ritireremo lo stato di agitazione. Le direzioni sanitarie avrebbero dovuto muoversi per tempo ed evitare questa situazione». «Trattandosi di lavoratori impiegati in reparti cardine della salute pubblica e nell’amministrazione – osserva Augusta Occhialini, Fials – è chiaro che sottrarre personale laddove l’organico è ridotto all’osso vuol dire acutizzare i disagi di reparti già in sofferenza, con oggettiva ripercussione sui servizi». «Sono infermieri, operatori sociosanitari, tecnici di radiologia, amministrativi, quasi tutti reclutati in emergenza Covid» elenca Daniele Gentile Lo Russo, (Cisl).Solidea Vitali Rosati