Cambia il sistema dell’accoglienza
“L’11 aprile il governo presieduto da Giorgia Meloni ha dichiarato lo stato di emergenza per sei mesi in seguito all’arrivo via mare in Italia di oltre trentamila persone nei primi mesi del 2023 e in particolare per lo sbarco di tremila persone nel fine settimana di Pasqua. La maggioranza ha anche deciso di appoggiare la proposta della Lega di modificare il cosiddetto decreto Cutro, in discussione al senato a partire dal 18 aprile”, spiega Annalisa Camilli. Il decreto è stato emanato dopo il naufragio di un caicco vicino alla costa di Steccato di Cutro, in Calabria, in cui sono morti più di novanta migranti. Almeno una decina i dispersi.
“Il testo”, prosegue Camilli, “prevede pene più severe per i cosiddetti scafisti, introduce il reato di ‘morte o lesioni come conseguenza di delitti in materia di immigrazione clandestina’ e restringe il sistema dell’accoglienza. La proposta di modifica voluta dalla Lega limita la protezione speciale introdotta dalla ministra Luciana Lamorgese nel 2020. È un permesso di soggiorno per motivi umanitari che tiene conto della tutela del rispetto alla vita privata e familiare, vale a dire il grado d’integrazione della persona straniera. Le modifiche restringono la concessione dei permessi di soggiorno per calamità e di quelli concessi per cure mediche. Inoltre, i permessi per protezione speciale rilasciati agli stranieri per via di calamità e per cure mediche non saranno più convertibili in permessi di soggiorno per motivi di lavoro. I richiedenti asilo non entreranno più nel sistema di accoglienza nazionale, che sarà riservato solo a chi ha già ottenuto lo status di rifugiato. L’hotspot di Lampedusa sarà affidato alla Croce rossa italiana e sarà usato un traghetto di collegamento con la Sicilia per trasferire i migranti che arrivano sull’isola.
Il Governo ha così assunto le posizioni più oltranziste. Invece, i dati dimostrano che gli immigrati rappresentano una risorsa. Se prendiamo il caso italiano, vediamo che nel 2020 le tasse ei contributi versati dagli immigrati nati all’estero, ultimi arrivati, ma regolarmente assunti, hanno ecceduto di 1,4 miliardi tutte le spese statali che li hanno riguardati. Occorre inoltre aggiungere i benefici economici che gli immigrati arrecano con il loro lavoro, consumi, investimenti e che si traducono in aumenti sensibili del Pil (oltre il 9% nello stesso anno).
Né trascurabili è il loro apporto nel sopperire al bisogno crescente e non piccolo di manodopera in diversi settori nei quali quella autoctona è insufficiente.
Di più, l’immigrazione, non solo è benefica, essa risulta indispensabile per corregger uno squilibro demografico divenuto insostenibile.