sabato 27 Luglio 2024
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Un’Italia sempre più vecchia

Non c’è alcun dubbio, l’Italia è sempre più un Paese di vecchi. Lo hanno certificato i nuovi dati Istati che, per la prima volta dall’Unità d’Italia, rilevano una natalità al minimo storico, con i nuovi nati nel 2022 sotto quota 400.000 e una mortalità ancora elevata dopo la fine della pandemia. Una popolazione scesa a 58,851 milioni di persone con un’età media di 46 anni, un abitante su quattro over 65 e ben 22.000 ultracentenari.
Nei quattro mesi più caldi e più freddi dell’anno i morti sono stati 265.000, spiega l’Istat, dovuti soprattutto alle condizioni climatiche avverse che hanno penalizzato la maggior parte dei casi la popolazione più anziana e fragile, principalmente donne. Un segnale apparentemente inequivocabile, secondo l’Istat, di quanto i cambiamenti climatici stiano assumendo rilevanza crescente anche sul piano della sopravvivenza nel contesto di un Paese a forte invecchiamento.

Le Nazioni Unite, in un rapporto del 2000 divenuto celebre tra gli studiosi di popolazione, dimostrano ce una maggiore immigrazione può rallentare o addirittura invertire i problemi causati dal declino delle nascite.
Solo l’immigrazione consentirà di riempire veramente i “buchi” alla base della piramide demografica dei prossimi anni nel nostro Paese. Certamente questo processo non sarà semplice e genererà tensioni, talora intolleranze. Sarà fondamentale avere politiche attente e lungimiranti, che guidino questa replacement migration dall’estero e il processo di integrazione in modo attivo, senza subirla passivamente o nascondere la testa sotto la sabbia. La demografica va governata. Per il bene degli italiani.