sabato 27 Luglio 2024
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Allarme in Europa

La vittoria nei Paesi Bassi di Geert Wilders e del suo Partito per la libertà è un altro evento che minaccia di cambiare radicalmente l’Unione europea, perché alimenta l’euroscetticismo in vista delle elezioni del 2024. L’ascesa dell’estrema destra si rifletterà sulla composizione del prossimo parlamento europeo e quindi della Commissione europea.

A Bruxelles ci si chiede se la tradizionale coesistenza tra democratici-cristiani e socialdemocratici sarà sostituita da un’alleanza tra il centrodestra e l’estrema destra. Una svolta del genere complicherebbe i futuri accordi sull’ambiente, sull’allargamento dell’Unione e sulla gestione dei flussi migratori, e indebolirebbe i valori dell’Europa.

Al momento non è chiaro se Wilders riuscirà a formare un governo o se i partiti democratici si uniranno per contrastarlo, ma in ogni caso c’è il timore che il “Trump olandese” possa ribadire di voler organizzare un referendum sull’uscita del suo paese dall’Unione.

Esiste una realtà innegabile: una parte crescente di cittadini europei condivide proposte xenofobe ed estremiste, dall’abolizione del diritto di asilo e di libera circolazione per i lavoratori alle politiche contro l’islam, fino al divieto di possedere la doppia cittadinanza e al rifiuto di approvare norme contro la crisi climatica. I partiti che alimentano l’intolleranza sono già al governo in molti paesi: in Svezia, Finlandia, Repubblica Ceca, Ungheria, Italia, Slovacchia e in futuro forse anche in Francia.

Questa situazione purtroppo è dovuta al fatto che molti elettori europei sono convinti che le istituzioni democratiche non siano in grado di dare una risposta alle loro preoccupazioni: il rischio di recessione, l’inflazione, la fine del periodo di prosperità dopo la seconda guerra mondiale e le incertezze sui progressi tecnologici. Fino a quando i partiti tradizionali non affronteranno queste sfide, gli estremisti di destra avranno gioco facile.