martedì 22 Ottobre 2024
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I prigionieri politici russi

A distanza di un giorno, Vladimir Kara-Murza e Ilja Jashin, i più noti detenuti politici russi, sono stati trasferiti in un Pkt, Pomeshcheniye kamernogo tipa, letteralmente un “locale tipo cella”, una cella di rigore o — come l’ha descritta Jashin — «una prigione di massima sicurezza all’interno di una colonia penale, in sostanza una cella di punizione, ma su base permanente».

Per il legale di Kara-Murza, Vadim Prokhorov, “si tratta di tortura e di un rischio reale per la salute e la vita”. Anche Aleksej Navalny, l’oppositore morto in carcere lo scorso febbraio, era stato sottoposto a questo regime. Il timore inconfessato è che Kara-Murza e Jashin possano fare la sua stessa fine.

Già in precarie condizioni di salute dopo essere sopravvissuto a due avvelenamenti, Kara-Murza si trova in un carcere di massima sicurezza, la colonia penale n.6 di Omsk, dove sta scontando 25 anni di carcere per alto tradimento. Condanna confermata in appello dalla Corte Suprema lo scorso maggio. La ragione dell’inasprimento della detenzione è che “ha tenuto le mani dietro la schiena per diversi secondi mentre si avvicinava al luogo dove, secondo le regole interne, bisognava mettere il copricapo”, ha spiegato Prokhorov.

Il giorno prima anche Jashin era stato trasferito in un “Pkt” dopo essere stato confinato già quasi un mese in una cella di punizione: 15 giorni per essersi alzato dal letto tre minuti prima del comando “Alzarsi” e altri 12 per aver violato il “codice di abbigliamento” carcerario perché, uscito dalla doccia, si era tolto l’uniforme per un paio di minuti per mettersi la maglietta. L’oppositore sta scontando otto anni e mezzo di carcere per “fake news” sulle forze armate russe nella colonia penale Ik-3 nella regione di Smolensk dove, a suo dire, le autorità carcerarie lo starebbero “pressando” per via delle sue lettere dal carcere e dei suoi post sui social network. “Significa che tutto questo colpisce l’obiettivo. Significa che sto facendo tutto bene e sto dando il mio contributo a nostro degno futuro. E non abbiate dubbi: continuerò”