sabato 27 Luglio 2024
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Mattarella, soluzione logica

La riconferma di Sergio Mattarella come Presidente della Repubblica italiana credo si possa sintetizzare con la frase: “Non si sono messi d’accordo e dunque hanno chiesto a Mattarella di restare al Quirinale”.
Quella di Mattarella mi sembra una soluzione logica in un contesto delicato la cui stabilità non può darsi scontata. In periodi di grande trasformazione e di notevole complessità, la stabilità risulta fondamentale.
Se si fosse dovuto costituire un nuovo esecutivo, nel caso di Draghi al Quirinale, sarebbe servito molto tempo mentre in questo modo il governo in carica è subito operativo. E questo è un bene perché i problemi sono tanti.
Tuttavia, chiedere al Capo dello Stato uscente di restare perché non si sa come uscire dallo stallo, sa di sconfitta della politica. E non è la prima volta, visto e considerato che successe già nel 2013 con Giorgio Napolitano.
È evidente la rissosità e la faziosità della politica italiana con l’aggiunta di una classe politica miope e modesta. È il motivo per cui in Italia, da molti anni, la politica chiama dei tecnici (Ciampi, Monti, Draghi) a svolgere il lavoro che non vogliono o non possono fare.
Questa incapacità non fa solo male alle Istituzioni, ma alla stessa Democrazia perché c’è il rischio che l’incapacità politica si trasformi nel tempo nella richiesta della “persona forte al potere”.

In queste elezioni mi sembrano poi evidenti alcuni punti:

  • La totale incapacità di Matteo Salvini a condurre il gioco. Salvini deve ancora scegliere se essere di governo o di opposizione;
  • L’abilità del Partito Democratico che fin dall’inizio, constatata l’assenza di una maggioranza chiara in Parlamento, aveva proposto la condivisione di un nome di altro profilo;
  • La strategia del partito di Giorgia Meloni intento a ritagliarsi un posto all’opposizione in un’Italia piena di malpancisti. Un ruolo che anni fa è stato del Movimento 5 Stelle e che ora i Fratelli d’Italia cercano di sfruttare. Ma attenzione: la chiamano coerenza ma è solo abilità a negare tutto. Una strategia che paga quando si è all’opposizione ma che poi è destinata a naufragare appena si ottengono delle posizioni di responsabilità.
  • La nemesi storica del Movimento 5 Stelle: da partito che nel 2018 chiese l’impeachment dell’attuale Presidente della Repubblica, a forza che ne ha sostenuto la rielezione.

Ora il governo è chiamato a dare seguito a questioni importanti: c’è indubbiamente la pandemia e la gestione del Pnrr. Ma c’è anche il tema delle disuguaglianze e soprattutto la precarietà del lavoro che implicano l’intervento sull’aumento delle materie prime e i costi dell’energia.
Mentre il Parlamento è chiamato a rinnovare la legge elettorale perché l’attuale non garantisce la stabilità necessaria.
Sono certo che Mattarella saprà sollecitare il mondo politico a ricollegarsi con il mondo reale.