La crisi ucraina
Mentre eravamo tutti intenti a osservare l’elezione del Presidente della Repubblica, nelle cancellerie di tutto il pianeta si è tornati a pronunciare una parola terribile: guerra.
La crisi ucraina ha raggiunto un livello di tensione come non si conosceva da molti anni. La Russia continua ad accumulare soldati sui confini di Kiev e sfida il mondo Occidentale con la le sue navi in tutti i mari.
Nella partita che la Russia sta giocando contro l’Occidente uno degli alleati di Putin è la Cina, l’altra grande autocrazia che condivide l’interesse russo a tracciare nuove linee di influenza attraverso i continenti. L’unico avversario che potrebbe opporsi sono gli Stati Uniti che però hanno progressivamente ridotto il loro impegno internazionale. Non pochi analisti ritengono che la crisi ucraina sia figlia della ritirata americana dall’Afghanistan.
In questa partita a scacchi il primo giocatore a mostrarsi scoperto è l’Unione Europea: non ha una politica estera, non ha uno strumento militare e non ha neppure dirigenti all’altezza della situazione.
Ma Putin ha più volte indicato in Mario Draghi un referente quando dice che “l’Italia potrà aiutare a normalizzare i rapporti fra la Russia e l’Unione Europea e perfino fra la Russia e la Nato”.
Quindi non è escluso che il nostro Paese potrebbe ben interpretare un punto di riferimento importante per scardinare questa situazione di grave tensione.
L’Europa deve innanzitutto non dividersi, non deve dare la possibilità al presidente russo Vladimir Putin di sfruttare le divisioni tra gli europei. Ma è anche agli Stati Uniti che i 27 paesi dell’Unione devono rivolgere un messaggio chiaro, unitario e deciso: il futuro del continente europeo non può essere negoziato senza l’Unione.