Berlusconi e le dieci domande
Silvio
Berlusconi, presidente del Consiglio, ha avviato una causa contro il
quotidiano “La Repubblica” per le10
domandeche da mesi il quotidiano gli rivolge, sia sulla versione
cartacea che su quella on line.
Veramente
è da mesi che anche il Senato e la Camera aspettano che Berlusconi
risponda alle interrogazioni e alle mozioni che gli sono state
presentate. Ma il presidente del Consiglio non risponde né ai
giornali né al Parlamento… preferisce querelare!
Appare
chiara l’intenzione di Berlusconi di ritenersi un potere assoluto, al
di sopra di ogni domanda e critica, che in ogni paese democratico non
solo si ritiene lecito porre, ma che si considera anche un diritto
all’informazione.
Berlusconi
ha voluto il Lodo Alfano per paura dei giudici e ora si rivolge
proprio ai giudici per mettere il bavaglio alla libera stampa e
impedire che di lui si parli in termini diversi da quelli
dell’adulazione.
L’attacco
a La Repubblica da parte del Presidente del Consiglio non è soltanto
l’attacco a un giornale ma alla liberà di espressione. E’ la prova
che Berlusconi, non potendo dire la verità ai suoi concittadini, non
potendo, non sapendo e non volendo rispondere alle 10 domande, vuole
farle cancellare dalla magistratura, tappando la bocca al quotidiano.
Tutta
la torbida storia che ha coinvolto Berlusconi non è più solo
privata, ma ha dei chiari risvolti pubblici perché i comportamenti
eccessivi del premier lo hanno esposto al ricatto ed hanno messo in
pericolo la sicurezza nazionale.
E
allora le dieci domande del quotidiano “La Repubblica” non sono
“retoriche o faziose”, sono solamente il lavoro di un giornale di
informazione.