Acqua privata: appello di Zanotelli

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«Una
sconfitta della politica». È il giudizio del comboniano Alex
Zanotelli, dopo che il decreto Ronchi, approvato in parlamento, ha
deciso di privatizzare ciò che appartiene a tutti. E contro la
mercificazione di “sorella acqua”, il missionario lancia un
appello a tutti i cittadini, in particolare alle comunità cristiane
e alla Cei.

“Maledetti
voi!”. Per coloro che, il 19 novembre, hanno votato in
parlamento per la privatizzazione dell’acqua, non posso usare altra
espressione che quella usata da Gesù nel Vangelo di Luca: «Guai a
voi, ricchi!» (Lc 6,24). Maledetti coloro che hanno votato per la
mercificazione dell’acqua. Noi continueremo a gridare che l’acqua è
vita, l’acqua è sacra, l’acqua è un diritto fondamentale umano.
Questa
è la più clamorosa sconfitta della politica. È la stravittoria dei
potentati economico-finanziari e delle lobby internazionali. È la
vittoria della politica delle privatizzazioni, degli affari, del
business.

A
farne le spese è “sorella acqua”, il bene più prezioso
dell’umanità, che andrà sempre più scarseggiando, sia per i
cambiamenti climatici sia per l’aumento demografico.

Quella
della privatizzazione dell’acqua è una scelta che sarà pagata a
caro prezzo dalle classi deboli di questo paese (bollette del 30-40%
in più, come minimo), ma soprattutto dagli impoveriti del mondo. Se
oggi 50 milioni all’anno muoiono per fame e malattie connesse, domani
100 milioni moriranno di sete. Dei tre miliardi che vivono oggi con
meno di due dollari al giorno, chi potrà pagarsi l’acqua?

Noi
siamo per la vita, per l’acqua che è vita e fonte di vita. Chi ha
cantato vittoria, sappia che si tratta di una vittoria di Pirro. A
chi si sente sconfitto, chiediamo di trasformare questa “sconfitta”
in un rinnovato impegno per l’acqua, per la vita, per la democrazia.
Questo voto parlamentare sarà un boomerang per chi l’ha votato.

Il
nostro è un appello, prima di tutto, ai cittadini, a ogni uomo e
donna di buona volontà. Dobbiamo ripartire dal basso, dalla gente,
dai comuni.
Per
questo chiedo:

¦
Ai cittadini: di protestare contro il decreto Ronchi, inviando e-mail
ai propri parlamentari; di creare gruppi in difesa dell’acqua a
livello localmente e regionale; di costituirsi in cooperative per la
gestione della propria acqua.

¦
Ai comuni: di indire consigli comunali monotematici in difesa
dell’acqua; di dichiarare l’acqua bene comune, privo di rilevanza
economica; di fare la scelta dell’Azienda pubblica speciale (la nuova
legge non impedisce che i comuni scelgano la via del totalmente
pubblico, dell’azienda speciale, delle cosiddette municipalizzate).

¦
Agli “Ambiti territoriali ottimali” (Ato): di trasformarsi
in aziende speciali, gestite con la partecipazione dei cittadini.
(Oggi i 64 Ato sono affidati a spa a totale capitale pubblico).

¦
Alle regioni: d’impugnare la costituzionalità della nuova legge,
come ha fatto la Regione Puglia; di varare leggi regionali sulla
gestione pubblica dell’acqua.

¦
Ai sindacati: di pronunciarsi sulla privatizzazione dell’acqua; di
mobilitarsi e mobilitare i cittadini contro la mercificazione
dell’acqua.

¦
Ai vescovi italiani: di proclamare l’acqua un diritto fondamentale
umano, sulla scia della recente enciclica di Benedetto XVI, Caritas
in veritate, la quale si augura che «maturi una coscienza solidale
che consideri l’alimentazione e l’accesso all’acqua come diritti
universali di tutti gli esseri umani, senza distinzioni né
discriminazioni» (27); di protestare come Conferenza episcopale
Italiana contro il decreto Ronchi.

¦
Alle comunità cristiane: di informare i fedeli sulla questione
acqua; di organizzarsi in difesa dell’acqua.

¦
Ai partiti: di esprimere a chiare lettere la propria posizione sulla
gestione dell’acqua; di farsi promotori di una discussione
parlamentare sulla legge d’iniziativa popolare contro la
privatizzazione dell’acqua, firmata da oltre 400.000 cittadini.

L’acqua
è l’oro blu del 21° secolo. Insieme all’aria, l’acqua è il bene
più prezioso dell’umanità.
Vogliamo
gridare, oggi più che mai, quello che abbiamo urlato in tante piazze
e teatri di questo paese, ben riassunto in queste parole di mons.
Giovanni Marra, arcivescovo emerito di Messina: «L’aria e l’acqua
sono in assoluto i beni fondamentali e indispensabili per la vita di
tutti gli esseri viventi e ne diventano fin dalla nascita diritti
naturali intoccabili. L’acqua appartiene a tutti e a nessuno può
essere concesso di appropriarsene per trarne illecito profitto.
Pertanto, si chiede che rimanga gestita esclusivamente dai comuni
organizzati in società pubbliche, che hanno da sempre il dovere di
garantirne la distribuzione al costo più basso possibile».