martedì 10 Settembre 2024
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Le leggi “ad personam” del Pdl

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Il
Governo Berlusconi ha sanato con una legge gli errori che il Partito
delle Libertà ha commesso in Lazio e in Lombardia determinando
l’estromissione della lista Pdl a Roma e della lista Formigoni nella
regione lombarda.

Non
si può affermare che una competizione elettorale senza una delle
forze principali è una competizione vera perché impedisce a molti
cittadini di esercitare pienamente la propria scelta di voto.

Ma
se è vero che il problema è di tutti la responsabilità oggettiva
di questa anomalia che si è verificata è di un solo soggetto: il
Partito delle Libertà.
Le
lotte interne a questo partito-mai-nato hanno fatto emergere le
divisioni nel momento che la leadership berlusconiana sta venendo
meno.

Sarebbe
stato saggio, da parte di Berlusconi, farsi carico delle
responsabilità degli errori in Lazio e Lombardia e dopo aver chiesto
scusa pubblicamente agli italiani, chiedere un confronto vero con le
opposizioni per rendere la gara elettorale una sfida vera… magari
attendendo il pronunciamento delle Corti d´Appello e dei Tar
chiamati a dirimere con urgenza i due casi e deputati a farlo.
Ma
questo si verifica nella normalità democratica e istituzionale e
nella separazione dei poteri… circostanze che chiaramente in Italia
non si verificano più.
Così
si è preferito, di notte, portare avanti un decreto, mascherato
dalla forma “interpretativa” (la legge da oggi si applica solo
per gli avversari, mentre per noi stessi la si può “interpretare”,
accomodandola) e costruito su misura del Partito delle Libertà. A me
pare che la parola “regime” possa cominciare ad essere
opportunamente affiancata al Governo di Berlusconi.
Come
scrive Ezio Mauro in un editoriale sul quotidiano La Repubblica: “Le
norme elettorali sono materia condivisa e indisponibile per una sola
parte in causa, soprattutto quando opera a palese vantaggio di se
stessa, sotto gli occhi di tutti, e per rimediare a quegli stessi
suoi errori che violando le regole l´hanno penalizzata nella corsa
al voto. Intervenire da soli, ex post, con norme retroattive, a meno
di un mese dalla scadenza elettorale, scrivendo decreti che ricalcano
clamorosamente gli sbagli commessi per cancellarli, è un precedente
senza precedenti, che peserà nel futuro della Repubblica
”.

Credo
che sia difficile dargli torto…

Vorrei
ricordare qui due casi avvenuti recentemente:

  • Nel
    2005, durante le elezioni regionali in Lazio, il centro-destra (che
    presentava come candidato Francesco Storace) contestò la regolarità
    delle firme della lista “Alternativa Sociale” di Alessandra
    Mussolini. Lo scontro fra i due esponenti della destra fu durissimo.

  • Nel
    2001 in Molise un ricorso al Tar della coalizione di centrodestra
    fece annullare l’elezione di Giovanni Di Stasi (Ulivo) in carica da
    circa un anno. Le elezioni si erano svolte nel Duemila. In
    quell’occasione Forza Italia e gli alleati contestarono alcune firme
    delle liste dei Comunisti Italiani e dei Verdi perché non
    riportavano il tipo di documento utilizzato per il riconoscimento
    (carta di identità, passaporto, patente) ma solo il numero. I
    giudici del Tar e poi il Consiglio di Stato accolsero il ricorso. A
    quel punto la giunta fu dichiarata decaduta. Le elezioni, ripetute
    nel 2001, portarono alla vittoria del centrodestra guidato da
    Michele Iorio. Lo stesso Iorio, 5 anni prima, era nello schieramento
    opposto, come candidato dell’Ulivo alle Politiche, ma venne escluso
    perché a presentare la lista era stata una persona diversa dal
    depositario del simbolo. I ricorsi non ottennero nessuna correzione
    a termini scaduti, consentendo al Polo delle Libertà di guadagnare
    senza sforzo un seggio in più alla Camera.

In
entrambi i casi non mi sembra che le opposizioni abbiano gridato allo
scandalo e poi forzato la legge con decreti “interpretativi” e
neppure mendicato aiuti dal Presidente della Repubblica.

E’
da circa 15 anni, da quando questo Paese è governato da Berlusconi,
che si dedicano tempo e energie per fare leggi ad personam, cioè a
uso e consumo solo di una parte politica.

L’Economist
in questi giorni1scriveva: “L’ondata di scandali sui grandi appalti, suggerisce
che la corruzione sia dilagata da quando Berlusconi è al potere. Ciò
potrebbe non essere una sorpresa considerando l’impunità che i suoi
governi hanno esteso a tanti criminali in grisaglia
”.
Credo
che sia giunta ora di cambiare!

14
marzo 2010