sabato 27 Luglio 2024
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La perla del Mar Nero

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Frequentando
un corso di letteratura russa all’università statale degli studi
umanistici di Mosca, Irene ha conosciuto una prof.ssa che ha proposto
a lei, come ad altri studenti stranieri, di partecipare ad una
conferenza dedicata a Chekov, in occasione dei 150 anni dalla nascita
di questo grande autore russo. La conferenza si è tenuta a Jalta, ma
approfittando dell’occasione, non si è lasciata sfuggire una gita
più approfondita nella “zona”. Dalla Crimea, alla perla
del Mar Nero, fino al cuore della storia dei paesi slavi…

Carissimi
amici dalla terra del sole, vi scrivo dalla terra delle rape, dove la
vita procede bella e tranquilla, per quanto sia possibile! Mi sto
lentamente riprendendo dal lungo viaggio e dalle molteplici
impressioni. Sto pensando a come sopportare il mio nuovo amore per
l’Ucraina, sapendo di non poterci tornare per molto! Mi consolerò
con l’altra faccia della medaglia di questa cultura: l’animo
nordico dei russi. Cercherò in breve di farvi un po’ capire cosa
ho combinato nelle ultime 2 settimane…
Innanzitutto,
un po’ di numeri! Ho percorso 2900 + 500 + 490 + 750 chilometri,
per un totale di 4700, sopravvivendo in tutto a 65 ore di treno. Ma
considerando che la metà le ho dormite…nemmeno troppo dai!
Viaggiare in treno è fantastico, soprattutto sui treni russi, se
capiti in uno buono. A me è andata male. Il treno figo lo abbiamo
beccato solo l’ultimo giorno per tornare a Mosca da Kiev. È
difficile forse immaginare per voi che cosa voglia dire, noi abbiamo
in mente i nostri posti a sedere sui Trenitalia. Niente di tutto ciò.
Come potrete immaginare, nei lunghi viaggi il treno diventa la tua
casa: giri in ciabatte, ordini il tè, ma non troppo per cercare di
evitare il bagno…, ti spogli, ti rivesti, dormi, ceni, fai
colazione. Nei vagoni ci sono cabine che contengono 4 letti ognuno,
quindi se ti capita la buona compagnia ti diverti, si cena tutti
insieme, si beve, poi si tira giù la panca lunga quanto una persona,
si stende il materassino che ti danno e prepari il letto coi lenzuoli
monouso che compri insieme al biglietto. Insomma, una figata! Devo
dire che ho dormito meglio nell’ultima notte in treno che nel mio
schifoso letto nel dormitorio qui a Mosca. Tra Odessa e Kiev per
esempio nella nostra cabina c’era un signore che si è unito a noi
per cena, ha tirato fuori il “prosciutto” e abbiam mangiato tutti
insieme ridendo e scherzando. Poi come un babbo ci ha accompagnato
portando le valige pesanti fin fuori la stazione e ci ha salutato
solo dopo essersi assicurato che sapevamo di preciso dove andare. Che
forte sto tipo. Viktor. Spero di aver reso una minima idea. Andiamo
avanti!
Pulmino
dalla stazione di Simferopoli (entroterra della penisola della
Crimea) a Jalta, sul mare. Prima raccomandazione dell’autista: se
state male ditelo in tempo che ci fermiamo! Poi abbiamo capito subito
perchè, delle strade da far pena, oltre che tortuose come,
immaginate, in Liguria o in Campania. L’ambiente ricorda molto il
sud Italia, anche se si trova a livello di Milano. Vegetazione
simile, tanti vigneti, palme, frutteti in fiore. Uno spettacolo.
Rocce che scendono a picco sul mare, spiagge sassose, acqua
limpidissima, almeno prima dell’ondata di turisti.
Stanza
d’albergo insieme a Jorunn. Terrazza sul mare con tanto di onde che
ti cullavano persino a finestra chiusa ogni sera… (sottolineo la
modica cifra di 20 euro a notte con colazione). Aria fina, fresca,
pura. Parco e accesso diretto sul mare dall’albergo. Quindi penso,
che bello è andare in vacanza dove è bello e si spende così poco?
Si potrebbe andare a pranzo e a cena ogni giorno al ristorante con 10
euro. Ma aspettate. La colazione il primo giorno: prima, insalatina
di rape, pomodori e cipolla. Poi, kasha di avena, diciamo, una zuppa
di avena col latte. Infine, polpette di carne e patate arrosto. In
aggiunta, pane con burro e zucchero. Sì sì avete capito bene, per
colazione! Ero anche io allibita, ma solo perché questo non fa parte
della nostra cultura, dove sarebbe inconcepibile. Però io ci ho
preso gusto e per il giorno successivo ho ordinato il pesce! Un altro
giorno il maiale…un altro non mi ricordo. Ma sta di fatto che fino
a sera non c’era verso di sentire la fame, fantastico!
A
Jalta ci siamo un po’ rotte per star dietro alla conferenza. Noi
abbiamo partecipato mercoledì mattina, è stata una bella esperienza
e solo in parte formativa perché parlare davanti a tutti,
soprattutto se non ne viene alcuna valutazione come a una laurea, non
mi ha particolarmente emozionato. Mi è piaciuto tantissimo.
Abbiamo
visitato il palazzo dove Roosevelt, Churchill e Stalin hanno firmato
gli accordi nel febbraio ’45, scegliendo le sorti del mondo del
dopoguerra. Poi anche altri palazzi degli zar e dei conti russi
dell’’800. Difficile spiegarne la bellezza…
Penso
che dopo 5 giorni tutti questi professori da tutta la Russia e oltre,
si siano affezionati a noi che abbassavamo l’età di media a circa
60 anni, provate a immaginare senza di noi…… Ce ne siamo andate
subito dopo il banchetto di chiusura alla dacia di Chechov, sempre
sul mare, dove c’era tutto il ben di dio. Abbiam fatto la scorta
per il viaggio e ci siamo avviate a Odessa. Lì mi aspettava la mia
Eli. Quando alle 8 di mattina, scesa dal treno, ho visto la cupola
dorata che splendeva sotto il sole, alla stazione, non potevo credere
di essere davvero arrivata a Odessa, la perla del Mar Nero!

Qui
ci siamo concentrate su tranquille passeggiate sul lungo mare e per
il centro di questa città che si sta risvegliando e preparando alla
vita estiva. Il tempo è stato sempre stupendo, abbiamo persino preso
un po’ di sole! La cosa che impressiona di più è il mercato.
Anche questo è un po’ difficile da immaginare: pensate ai banchi
in una grande sala dove sono appoggiate kili e kili di ricotta,
formaggi, panna in bidoni; pesce secco appeso e nella parte della
macelleria, salami impilati, polli marinati, cotti o crudi, teste e
gambe di maiale, code penzolanti, carne fresca ammassata sui tavoli.
Ovviamente tutte queste cose si possono assaggiare (intendo, quando
l’articolo lo permette) e si contratta fino a comprare. Insomma, un
mercato nel vero senso della parola! E poi pareti di frutta secca e
di spezie in scatoline, cetrioli, pomodori, carote, rape in salamoia
e qualsiasi altra verdura marinata vendibile sfusa. C’è un
movimento continuo e tutti toccano e chiedono e parlano, si scambiano
sacchetti pieni di grandi bontà in cambio di poche monete! Proprio
uno spettacolo, per chi lo sa apprezzare. In molti non farebbero
nemmeno un passo dentro a questo mondo. Io invece sarei pronta a
sacrificare un briciolo di igiene pur di avere un rapporto umano con
la persona che cerca di vendermi qualcosa. È qui che sta il
principio dello scambio, non nell’entrare al supermercato e quasi
non rivolgere la parola alla cassiera. Quindi forse dovrei diventare
vegetariana, perchè non so quanto sicura sia lì la carne…

Ci
sono talmente tante cose da raccontare che è difficile orientarsi e
fare ordine in questo miscuglio di emozioni che mi ha lasciato questo
paese, che è, non dimentichiamolo, un paese di mare e di sole, un
paese del sud direi! Il fatto che il mare influenzi il carattere
delle persone non è affatto una sciocchezza. Il mare rende aperti, e
qui l’animo mi è sembrato diverso anni luce da quello che spesso
trovo a Mosca. Partendo dal presupposto che è stupido confrontare
una capitale di questa scala con città come Odessa e Kiev, mi è
venuto da farlo lo stesso. Qui non ho incontrato una persona che si è
rifiutata di rispondere alle mie domande e quando lo facevano, col
sorriso sulla bocca e con la curiosità di un bambino verso lo
straniero (noi) e quello che pensa. Avrei potuto parlare ore con la
gente per strada, ridendo e scherzando. Ovviamente parlano tutti il
russo e senza troppa ostilità e quando mi parlavano in ucraino,
potevo solo indovinare il significato e poi l’accento è troppo
divertente, ho cominciato a imitarlo anche io! Anche la lingua mi
sembra rifletta questo carattere così caldo, mi ricorda i nostri
accenti meridionali nella cadenza e nella musicalità. Che strano.
Kiev,
la capitale dell’Ucraina, è una città bellissima, ricca di
storia. Non sembra una capitale. Non è caotica. O forse ormai
nessuna città regge il confronto con Mosca. Io e Jorunn abbiamo
sempre dormito a gratis, a Kiev siamo stati da un amico della Eli
molto ospitale. Siamo arrivate alla fine stanche però tutte contente
e soddisfatte, ma prima o poi doveva finire ed ora eccoci tornate
qua, a passeggiare per le ormai familiari vie di Mosca e nella sua
metropolitana, tra lavoro, studio, amici, sport ecc… La vita
riprende frenetica e con sempre più angoscia al pensiero che anche
questo finirà. Ora non resta che organizzare l’ultimo grande
viaggio, il viaggio della vita, che porterà, almeno me e Jorunn,
fino al mar di Giappone in treno con la transiberiana! Ma questa è
un’altra storia…chissà quanti ostacoli.
Forse
è meglio concludere qua finché non mi vengono in mente altre cose,
lo dico per pietà di voi.
Passo
e chiudo,
a
presto,
scrivetemi,
LIri

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