L’erba del vicino è sempre più verde?

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Un
modo di dire molto comune afferma che dove passava Attila non
cresceva più l’erba. Oggi il leggendario sovrano unno pare aver
trovato degna compagnia, e non in senso figurato.

Stando
a quanto vienesegnalato
dal Coordinamento
dei
comitati di difesa delle valli del Metauro, Cesano e Candigliano
,
nuovi soggetti sono impegnati in una lotta senza quartiere al
pericoloso nemico verde. Pare infatti che recentemente l’Anas (e non
solo) abbia iniziato a fare uso di erbicidi disseccanti a base di
glyphosate, il cui trattamento è facilmente individuabile
dall’evidente colore arancione che conferisce alle piante che lo
hanno subito (vedi foto 1). Certo, il trattamento con un erbicida è
molto più veloce ed economico dello sfalcio dei cigli stradali con
mezzi meccanici ed operai, e poco importa se di questi tempi si
lasciano a casa i lavoratori. Quanto alla sicurezza dell’utilizzo di
questo prodotto, le notizie che si possono reperire, anche in rete,
sono quanto meno controverse. Se da un lato qualcuno afferma che il
famigerato glyphosate (ai più noto per essere prodotto dalla
multinazionale Monsanto sotto il nome di Roundup) si degrada
velocemente e non è pericoloso per l’uomo e i mammiferi,
dall’altro pare che l’erbicida in questione sia particolarmente
dannoso per gli organismi acquatici.

Quello
che segue è quanto ho potuto constatare e documentare personalmente
nelle strade che ho percorso nei giorni scorsi. Iniziamo dalla Strada
Statale 16, nel tratto tra Fano e Pesaro. Appena superata la città
della Fortuna, quindi non appena inizia il tratto di competenza
dell’Anas, l’erba del ciglio stradale assume una bella tonalità
arancione, segno inequivocabile del trattamento ricevuto (vedi foto
2). Continuando a percorrere la Statale si può notare come l’erbicida
sia stato utilizzato molto vicino ai campi e alle abitazioni (vedi
foto 3) e appena a ridosso dell’ingresso di un ristorante (vedi
foto 4).

Tutto
questo prosegue per circa 5 chilometri, quando ecco che il colore
dell’erba ritorna quello naturale: per forza, si entra nel comune
di Pesaro e termina il tratto di competenza dell’Anas (vedi foto 5,
6 e 7).

Ma
esempi del trattamento all’erbicida li possiamo trovare ancora più
vicino, basta percorrere la Strada Provinciale 424, nota come
Pergolese. Se la si percorre, come ho fatto io, da San Michele al
Fiume verso Marotta, si può notare come il colore dell’erba
rimanga quello naturale fino a poco prima della rotatoria per
Monterado, dove inizia il breve tratto di strada che ricade sotto la
provincia di Ancona. Appena sotto i due cartelli stradali che
indicano il termine della provincia di Pesaro e l’inizio di quella
di Ancona si ritrova il simpatico colore arancione (vedi foto 8, 9 e
10), che accompagnerà l’automobilista sino all’abitato di Ponte
Rio (vedi foto 11). Da qui in poi, complice anche il “rientro”
nella provincia di Pesaro, l’erba ritorna verdeggiante (vedi foto
12).

Esempi
dello stesso trattamento però si possono riscontrare anche sulle
strade limitrofe alla 424, basta percorrere la Provinciale 17
dell’Acquasanta da San Michele al Fiume fino a Corinaldo: anche qui,
non appena si raggiunge la provincia di Ancona, all’altezza del
fiume Cesano, il fenomeno dell’erba arancione si ripresenta (vedi
foto 13). Da notare che il trattamento è stato eseguito pure sui
pochi ciuffi d’erba del ponte sul Cesano e sui cigli a ridosso del
fiume, la cui fauna sarebbe particolarmente danneggiata dall’erbicida
(vedi foto 14).

Un
ulteriore esempio del trattamento, sempre su strade della provincia
anconetana, è quello della Provinciale 18 Jesi-Monterado, dalla
rotatoria fino all’incrocio per Senigallia: anche qui il colore del
ciglio stradale contrasta con il verde circostante (vedi foto 15). Se
poi dall’incrocio si imbocca la Provinciale 19 della Val Cesano in
direzione di Senigallia, si può godere dello spettacolo dell’erba
disseccata (vedi foto 16) per svariati chilometri, sino all’inizio
del comune di Senigallia stesso.

In
attesa di sbrogliare la matassa e stabilire se l’utilizzo del
glyphosate sia veramente innocuo come qualcuno sostiene, mi permetto
di “suggerire” ad Anas e soci un mezzo ancora più definitivo per
eliminare la pericolosissima erba, cioè la completa asfaltatura dei
cigli stradali: soluzione pratica, uniforme, risolve in un solo colpo
il problema dell’erba e i costi degli addetti allo sfalcio. Il
meglio per tutti: o no?

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