domenica 8 Dicembre 2024
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Lo spirito della Resistenza

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“Se
voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra
costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle
carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati.

Dovunque
è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate
lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra
costituzione”.

Cosa
è stata, cosa è tutt’ora, la Resistenza. Questa inestimabile
lezione di Piero Calamandrei con la quale ho deciso di accompagnare
questa mia semplice riflessione sembra suggerircelo: In una manciata
di righe, tanto dense di storia quanto limpide e drammaticamente
sincere, è condensata l’ineguagliabile essenza della nostra Nazione
repubblicana. La possiamo vedere lì, la possiamo leggere, la
possiamo ricordare, la possiamo ascoltare nei tanti e stupendi
articoli della nostra Costituzione. È per questo motivo che la
Resistenza non può (non deve) semplicemente essere commemorata come
un grande evento storico del passato italiano; significherebbe non
aver compreso appieno la grande lezione dei nostri padri costituenti,
la loro straordinaria impresa: aver dotato i valori della Resistenza
di quella straordinaria forza senza tempo, qualificandoli come i
valori cardine della nostra nazione. Questo è il senso vero della
Resistenza, un patrimonio tramandatoci dai nostri partigiani,
comunisti o monarchici, cattolici od atei, intellettuali o contadini,
morti o sopravvissuti, comunque accomunati dalla medesima volontà di
lottare per la libertà e la giustizia; così come ci ricorda il
nostro presidente Napolitano, oggi è la “Festa della
riunificazione d’Italia”.

Perciò
la concretezza dei suoi tanti significati; così come l’attualità
dei suoi moniti, freschi di un ventennio fascista appena concluso,
lungimiranti perchè consci di come vecchie ferite possano riaprirsi
quando, a riproporsi, è una nazione lacerata dalle sue spaccature.

Purtroppo
oggi l’Italia sembra sempre di più una nazione spaccata, divisa tra
Nord e Sud, tra ricco e povero, tra italiani di “sangue” ed
italiani “di fatto”. Così la lezione della Resistenza, al
suo 65esimo anniversario, appare quanto mai utile a questa Italia di
oggi che ha perso la bussola. Utile a chi ci crede, a chi si scorda,
utile a chi sta cercando di violentarla. Ma a questi ultimi tanto più
utile sarà la lezione della Resistenza quanto più chi ci crede è
consapevole della sua fragilità, che può emergere quando si
rinuncia a difenderne i valori tanto faticosamente conquistati,
quando si rinuncia a difendere la sua verità. In questi anni si è
aperto un imbarazzante dibattito revisionista sulla Resistenza,
promosso da uomini politici che settant’anni fa si sarebbero
inghirlanditi col fascio littorio e il manganello. In questi giorni
nel barese sono stati affissi dei manifesti commemorativi della morte
di Mussolini, figure istituzionali come il presidente della provincia
di Salerno (Pdl) ha negato la portata della Resistenza per la
liberazione nazionale. Ebbene, urliamo con forza che il 25 aprile ha
vinto la democrazia, e queste persone possono affiggere manifesti e
criticare schifiti i partigiani, ma che se la storia fosse andata
diversamente, dissidenti del pensiero unico oggi non ci sarebbero.
Noi non ci saremmo. Questa è una differenza che nessun tentativo
revisionista potrà mai cancellare.

Recuperare
lo spirito della Resistenza, celebrandola così nel modo migliore di
tutti, non immagazzindandola in un cassetto della memoria, ma
cogliendone il messaggio di scelta di vita che l’accompagna. Fare
proprio lo spirito della Resistenza nel mondo di oggi significa
lottare contro le ingiustizie del nostro mondo, contro le
prevaricazioni dei potenti, contro l’opportunismo. Nell’Italia di
oggi può significare lottare contro la precarietà nel lavoro,
lottare contro l’evasione fiscale, contro le mafie, contro chi
promuove un concetto di “diversità” discriminatorio.
Essere partigiani oggi può anche significare perdere il proprio
posto di lavoro o le elezioni , essere denigrato, emarginato, dover
rinunciare al denaro e al successo.

Coloro
che sono disposti a difendere la propria dignità di uomo ad ogni
costo sono i partigiani del nostro tempo. Buon 25 aprile anche a
loro.