Un Lodo in più e un ministro in meno
La
notizia dell’estensione del Lodo ai reati commessi prima
dell’assunzione alla funzione pubblica sembra sconfessare la ragione
stessa per cui è stato fatto il Lodo, che già di per sé è
controverso.
Il
Lodo era stato fatto, così si diceva, per far sì che coloro che
rivestivano cariche pubbliche di vertice potessero adempiere alla
funzione pubblica senza avere i problemi legati ai processi per il
periodo della durata della funzione stessa.
Ora
questa “immunità” viene estesa anche al periodo precedente… in
molti si domandano quando verrà estesa anche a parenti, amici e alle
future generazioni dei nostri governanti.
Nel
frattempo però il Ministro Brancher si è dimesso… non si sa bene
da cosa, visto che le deleghe non le conosce nemmeno lui (c’è stata
una mancata pubblicazione delle deleghe nella Gazzetta Ufficiale),
però si sa bene il perché: evitare il voto sulla Mozione di
sfiducia nei suoi confronti, in calendario alla Camera il prossimo 8
luglio.
Non
ha voluto rischiare di far cadere il governo, il fido ministro
nominato appena 17 giorni fa, perché questo è quello che sarebbe
potuto accadere se ci fossero state delle “defezioni” da parte
della sua stessa maggioranza. E, cosa alquanto singolare, ha
annunciato le proprie dimissioni dall’aula del tribunale in cui è
in corso il processo nel quale è imputato, insieme alla moglie, per
appropriazione indebita e ricettazione in relazione alle somme (pari
a circa 1 milione di euro) ricevute da Giampiero Fiorani durante il
tentativo di scalata all’Antonveneta.
In
questa vicenda c’è da segnalare come non sia stata spesa, dalla
maggioranza, neanche una parola sull’umiliazione inferta alle
istituzioni e all’interesse generale. L’interesse personale era
all’origine della nomina, l’interesse personale è all’origine delle
dimissioni.
C’è
un grado di soggezione elevato all’interno della “cricca” di
Governo: la soggezione che hanno tra di loro Berlusconi – Dell’Utri
– Previti e Brancher testimonia un rapporto servo-padrone che è
tipico delle sette più che delle organizzazioni libere.
Basta
infatti leggere una parte dell’articolo di Fabrizio d’Esposito1per comprendere meglio:
“Nel
suo libro Tribù, Gian Antonio Stella racconta un episodio
spettacolare. Durante il soggiorno di Brancher a San Vittore, di
notte attorno al penitenziario milanese girava una ronda particolare
a bordo di una Mercedes 600. Erano Berlusconi e Confalonieri e fu lo
stesso Cavaliere a spiegare i motivi di quell’iniziativa: «Far
sentire a Brancher che gli eravamo vicini e metterci in comunicazione
spirituale con lui». Al posto della colomba dello Spirito Santo, a
San Vittore arrivò però un emissario diverso, di nome Cesare
Previti. Arrestato per una mazzetta di 300 milioni…”
(se
vuoi leggere tutto l’articolo di d’Esposito clicca qui).
1Da
“Il Riformista” del 19 giugno 2010