martedì 22 Ottobre 2024
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Gheddafi show

gheddafi show.jpg
Lo show di Gheddafi in
Italia è finalmente terminato. E’ stato davvero umiliante e
imbarazzante vedere il nostro Paese utilizzato come passerella
folkloristica dal leader libico.

Hanno ragione i
commentatori quando sostengono che nessun’altra diplomazia
occidentale avrebbe accettato il circo messo in scena in questi
giorni dal dittatorello africano.
Però si sa… con
Berlusconi non c’è fine al peggio!

Non bastano i ritardi
rispetto al protocollo del cerimoniale organizzato, non bastano le
folli spese per far correre i cavalli di Gheddafi dentro un centro
sportivo delle forze armate italiane… non basta tutto questo. In
questi giorni il leader libico ha approfittato dell’occasione per
parlare di religione a centinaia di belle ragazze italiane, reclutate
da un’agenzia di hostess, pronunciando frasi senza mezzi termini:
L’Europa deve convertirsi all’Islam”.
Non contento di questo,
con un governo che gli ha permesso di fare e di dire tutto ciò che
voleva, Gheddafi ha affrontato anche la questione dell’immigrazione
clandestina dicendo che “La Libia può mettere fine a questa
piaga se l’Unione europea è disposta a versargli almeno cinque
miliardi di euro all’anno… altrimenti… l’Europa diventerà nera
”.

Il Governo dica senza
mezzi termini quali sono stati gli accordi commerciali ed economici,
se ce ne sono stati, che “giustificano” questo tipo di
umiliazione.
Se come italiani dobbiamo
tapparci il naso, che almeno si sappiamo i motivi per cui siamo
costretti a farlo.

Ma probabilmente non c’è
nessun bilanciamento al circo messo in scena in questi giorni a Roma.
Probabilmente tutto questo show è solo una riproposizione di come
Berlusconi vorrebbe il nostro paese. Forse ha ragione Stefano Canti
che in un articolo così commenta: “Berlusconi bacerà di nuovo
la mano, come già fatto a Tripoli, al dittatore stratega del
terrorismo, tiranno che dal 1° settembre del 1969 opprime il suo
popolo, perché lo ammira, lo invidia; perché Muammar comanda e non
ha lacci, non combatte con il giornalismo, non ha bisogno di fare
leggi ad personam, non ha né Fini né Napolitano a rompergli le
“palle”; non ha neppure bisogno di pagare le donne…
”.