Intervista a Federico Talè
A
poco più di due anni e mezzo dalle elezioni del 13 e 14 aprile 2008,
quindi appena superata la metà del mandato elettorale, abbiamo
intervistatoil primo cittadinoFederico Talèe ilcapogruppo della
lista civica “Proviamoci Insieme”Attilio Rotatoriper fare un
primo bilancio dell’amministrazione del comune di Mondavio.
Federico
Talè, trentotto anni, sposato e padre di due bambini, impiegato in
un’azienda di servizi.
Eletto
sindaco con la lista “Mondavio Democratica”, da poche settimane
ricopre anche la carica di consigliere provinciale.
Signor
Sindaco, partiamo proprio dall’inizio, dal programma elettorale
presentato dalla sua lista. “Mondavio Democratica” proponeva ai
cittadini del nostro comune (sto citando) “un progetto di
consolidamento, innovazione e partecipazione”, composto da alcune
linee guida, una delle quali era la trasparenza. Come avete
realizzato questo obiettivo?
Stiamo
realizzando questo obiettivo sin dai primi giorni della nostra
amministrazione e come giunta ci siamo impegnati nell’essere più
trasparenti possibile. Abbiamo cominciato il primo anno facendo delle
riunioni con i cittadini in concomitanza della redazione del bilancio
preventivo, provando quindi a fare una sorta di bilancio partecipato.
Abbiamo fatto assemblee non solo nel capoluogo ma anche in tutte le
frazioni, con lo scopo di sentire i bisogni dei cittadini per poi
fare il bilancio.
Purtroppo
nonostante la pubblicità queste assemblee non erano deserte ma
quasi, c’erano solo quelle poche persone che si interessano di
politica o sono particolarmente attente a questa problematica.
Nel
secondo anno abbiamo messo tutti i documenti sul sito del comune.
Come avevamo promesso nel programma elettorale il nostro bilancio è
consultabile nel sito del comune di Mondavio, dal quale i cittadini
possono scaricare tutti i documenti.
Questa
è la trasparenza che abbiamo attuato in questi due anni, sicuramente
non è sufficiente, però la direzione è questa e speriamo di
migliorarci.
Altra
linea guida del vostro progetto era costituita dalla partecipazione,
tramite il ricorso a dibattiti, consulte e assemblee pubbliche.
Eppure, a parte le recenti assemblee sulla raccolta differenziata, di
ricorso alla consultazione dei cittadini non se ne è visto molto…
Il
punto in cui non siamo riusciti ad incidere più di tanto è quello
delle consulte. Anche se le abbiamo costituite subito, queste
consulte non funzionano perché probabilmente non vengono convocate.
Ogni assessorato ha la sua consulta, che bisognerebbe attivare e far
funzionare.
C’è
purtroppo da registrare il fatto che anche i cittadini del nostro
comune non brillano certo per la partecipazione, vista ad esempio la
scarsissima, per non dire nulla, presenza di pubblico ai consigli
comunali. Quali sono, secondo lei, i motivi di questo crescente
disinteresse per la vita politica del nostro comune e cosa potrebbe
fare l’amministrazione per contrastare questa tendenza?
Abbiamo
provato ad anticipare l’orario per fare il consiglio alle diciotto e
trenta, sia per vedere se magari l’affluenza era maggiore, sia per le
esigenze dei consiglieri stessi. Abbiamo visto che le cose non sono
cambiate e l’affluenza è rimasta quella che abbiamo sempre visto ai
consigli delle ventuno, cioè una o due persone.
E’
veramente disincentivante per l’amministratore stesso partecipare a
dei consigli dove non c’è nessuno. I cittadini sembrano
disinteressati alla vita pubblica e politica del loro paese, cosa che
invece a mio avviso è importantissima perché ne va della qualità
dei servizi.
Per
incentivare i cittadini a venire in consiglio, lo possiamo
pubblicizzare come abbiamo sempre fatto. Sul sito istituzionale
mettiamo sempre e comunque le date del consiglio.
Cosa
risponde a chi dice che ormai i consigli comunali servono solo a
ratificare quanto è già stato deciso dalla giunta?
Purtroppo
i regolamenti e le leggi nazionali hanno sempre più impoverito le
pratiche che devono passare in consiglio per
darne sempre di più di competenza alla giunta. L’unico riparo a
questa legge è costituito dalle comunicazioni del sindaco, con le
quali può comunicare in consiglio quello che si è deciso in giunta.
Ovviamente tutti gli atti della giunta sono pubblici e possono essere
consultati.
La
minoranza vi ha accusato più volte di presentare bilanci
“ingessati”, incapaci di guardare al futuro, nei quali ad
aumentare sono le spese correnti, mentre le risorse per gli
investimenti sono molto limitate. Cosa ci può dire al riguardo?
La
minoranza fa la minoranza, e fa bene a farlo, ma devo dire che la
minoranza rappresenta il governo nazionale.
Ci
sono due risposte. La prima è squisitamente politica ed è che la
minoranza dovrebbe rivolgersi al governo che rappresenta, perché il
governo nazionale continua a tagliare agli enti locali. Berlusconi e
i suoi ci hanno detto a tutti i livelli che le cose stavano andando
bene, illudendoci e portandoci in fondo al baratro. Quando si sono
accorti che eravamo in fondo hanno cambiato rotta e hanno cominciato
a fare i tagli dove non andrebbero fatti. Hanno tagliato sul sociale,
hanno tagliato alle regioni e alle province, di conseguenza le
regioni e le province hanno tagliato agli enti locali. Penso che i
nostri bilanci siano ingessati soprattutto per la politica nazionale
che stiamo subendo.
La
seconda risposta è che abbiamo ereditato un bilancio, e questo
l’abbiamo detto e ridetto in campagna elettorale, nel quale erano
state fatte alcune scelte. Non sto a criticare la passata
amministrazione, perché ne facevo parte anch’io, ma riconosco che si
è speso molto in investimenti. In campagna elettorale avevamo
avvertito i cittadini che non avremmo potuto sicuramente continuare
ad indebitare il comune, e infatti stiamo facendo l’esatto contrario.
Abbiamo estinto uno dei due contratti Swap, guadagnandoci 4.000 euro,
e appena sarà possibile cancelleremo anche l’altro.
Durante
il consiglio comunale del 17 novembre scorso è stata deliberata la
rinegoziazione dei mutui. Ci può spiegare brevemente di che
operazione si tratta e con quali criteri è stata adottata?
La
rinegoziazione dei mutui è un’opportunità che questo governo ha
dato ai comuni per sopperire ai tagli. Quando in una famiglia non si
riesce più a pagare il mutuo, si va in banca per cercare di
allungare la rata nel tempo e diminuirne l’entità. La stessa cosa
può essere fatta dagli enti pubblici entro la fine del dicembre
2010.
Abbiamo
adottato questo sistema ma in maniera molto cautelativa, addirittura
chiamando un esperto consigliato dall’ufficio ragioneria per avere un
ventaglio di proposte e per valutare quale fosse la migliore per
abbassare la rata senza indebitare di più il comune. Lo stanno
facendo tutti e proprio recentemente parlavo con il sindaco di un
comune poco più grande del nostro che ha rinegoziato i mutui: alla
fine dell’operazione i cittadini pagheranno, da qui al 2020, circa
200-300.000 euro di interessi in più. Noi abbiamo adottato il
sistema più indolore con il quale avremo un risparmio della rata di
45.000 euro l’anno circa, soprattutto per i primi 4 – 5 anni, e mutui
che al posto di allungarsi addirittura verranno estinti prima e senza
andare a gravare sugli interessi. Credo che a livello provinciale
siamo i soli ad aver rinegoziato i mutui senza aumentare gli
interessi.
Ci
tengo a dire che abbiamo ereditato un bilancio abbastanza
problematico e quindi faccio i complimenti all’assessore, perché in
due anni e mezzo abbiamo un bilancio che non ha sicuramente problemi
e quindi i cittadini di Mondavio possono stare tranquilli.
Parliamo
ora di lavori pubblici. Quali progetti sono stati concretizzati ad
oggi e come sono stati finanziati? A che punto sono la
ristrutturazione della Casa della Salute e il completamento degli
edifici pubblici di San Michele? Quali sono le riqualificazioni
progettate che avete realizzato? Quali le manutenzioni straordinarie
alle quali avete dato la priorità? E per finire, progetti come la
realizzazione della piazza di San Filippo e la metanizzazione di
Sant’Andrea rimarranno solo buone intenzioni?
Abbiamo
ristrutturato la scuola elementare di Mondavio per un importo di
500.000 euro circa a totale carico della regione Marche. Abbiamo
rimesso a posto alcune strade a San Filippo e a San Michele,
depolverizzando quelle bianche o addirittura asfaltandole. Abbiamo
reso agibili gli impianti sportivi di Mondavio e depolverizzato il
piazzale di quelli di San Michele.
Abbiamo
preso un contributo di 200.000 euro per l’asilo nido e adesso
dovremmo trovare altri 100.000 euro per poterlo realizzare. Stiamo
pensando se costruirlo o meno perché per un comune come quello di
Mondavio un asilo nido costa molto, non tanto nella struttura ma nel
mantenimento e nella gestione. Una buona soluzione, che stiamo
valutando in queste ore, potrebbe essere quella offerta dalle
cooperative che si sono presentate per darci la somma mancante in
cambio della gestione ventennale o decennale.
Dovrebbero
cominciare a breve i lavori della biblioteca di San Michele che verrà
trasferita nei nuovi locali dell’ex-consorzio agrario. E’ pronto il
progetto definitivo per 400.000 euro circa, finanziati almeno al 50
per cento dalla Regione Marche, mentre per il resto stiamo cercando
altri contributi e abbiamo già messo a bilancio 200.000 euro nostri.
Ad essere ottimisti i lavori dovrebbero partire nel 2011.
A
proposito della Casa della Salute, si tratta di un grosso progetto
che prevede ad esempio una specie di pronto soccorso per piccole
cose, l’ambulanza e il presidio del 118. La Fondazione Cassa di
Risparmio diPesaro
ci ha dato 350.000 euro circa, quello che resta per arrivare ai
520.000 del primo stralcio ce li dà la regione. Il progetto globale
è di circa 950.000 euro, di cui i restanti 400.000 ci verranno
probabilmente dati ancora dalla Fondazione, che intende ultimare
tutti i suoi progetti. Ci sono stati dei ritardi dovuti ad anomalie
nella gara d’appalto, che si è dovuta rifare, ma abbiamo appena
fatto una riunione con il direttore generale dell’Asur che ci ha
promesso di riuscire a cominciare i lavori entro marzo. Io non ne
sarei proprio sicuro, penso che i lavori del primo stralcio
cominceranno dalla primavera o dall’estate prossime. La chiusura del
progetto andrà a finire sicuramente alla prossima legislatura, ma
l’importante è che questa amministrazione riesca ad avere le risorse
per poterlo fare. Come si può notare, cerchiamo
di gravare poco sul bilancio comunale e di aumentare invece l’azione
politica di pressing verso altri enti per cercare di reperire fondi.
Per
quel che riguarda le ristrutturazioni, oltre alla scuola elementare
di Mondavio
abbiamo provveduto a ristrutturare il tetto della scuola
dell’infanzia e parte della scuola elementare di San Michele. Non
abbiamo ancora finito perché ci sono altri istituti scolastici da
sistemare, come la scuola consorziata tra Mondavio e Orciano. Dalla
Cariverona è arrivato un contributo di 50.000 euro per sistemare il
tetto della scuola dell’infanzia di Mondavio che cade a pezzi, quindi
anche in questo caso non c’è niente a carico del comune.
La
ristrutturazione del Teatro Apollo è terminata con la precedente
amministrazione, il nostro merito è quello di averlo voluto riaprire
perché non farlo avrebbe significato doverci rimettere le mani a
livello strutturale per tutta una serie di problemi. Abbiamo dovuto
comperare tutti i mobili di interno, trovando fondi per 150.000 euro,
e ora siamo dietro ad un contributo di altri 150-200.000 euro per
alcune opere di risanamento che riguardano l’umidità.
Le
manutenzioni straordinarie alle quali abbiamo dato la priorità sono
quelle legate alle piogge torrenziali che in questo autunno hanno
causato non soltanto allagamenti nei fabbricati ma anche danni alle
strade. Abbiamo chiamato già una volta la protezione civile che in
una settimana ha reso agibili le strade, ma ho paura che dovremo
chiamarla ancora perché rimangono delle grosse frane che non
riusciamo a sistemare con i nostri mezzi.
La
zona critica è San Michele, dove in passato sono già stati fatti
degli interventi che, anche se hanno migliorato la situazione, non
sono stati risolutivi. In particolare abbiamo preventivato 10-15.000
mila euro per poter fare delle piccole modifiche e risolvere il
problema di Via Nazioni Unite.
Per
finire, questa amministrazione tiene molto alla piazza di San
Filippo, e sin dalla precedente amministrazione avevamo previsto di
finanziare questo bellissimo progetto con un “project financing”.
Significa che di fronte alla cessione gratuita del terreno
dell’attuale campo sportivo, il privato cede al comune degli
appartamenti oppure delocalizza il campo sportivo in una zona più
prospiciente al fiume. Si tratta di un’operazione che al comune non
dovrebbe costare niente e grazie alla quale ai cittadini andrebbe la
creazione di una piazza con attorno edifici e una zona verde. Il
comune si riserverebbe una parte degli edifici per attività
pubbliche. Purtroppo a causa della crisi dell’edilizia questo
progetto si è fermato, perché non troviamo imprenditori che in
questo momento investano nel mattone. Purtroppo è molto probabile
che rimanga tra i buoni propositi, non me lo auguro ma in tempi di
vacche magre pensiamo più ai servizi che i cittadini devono
continuare a ricevere.
La
metanizzazione di Sant’Andrea invece è una delle trattative
estenuanti che abbiamo con Marche Multiservizi, che vuole far pagare
gran parte dell’intervento a noi o ai cittadini, mentre noi riteniamo
che sia Marche Multiservizi a dover pagare la totalità
dell’intervento.
Mondavio
può contare su un ricco patrimonio storico e culturale. La sua
valorizzazione e la promozione del turismo nel nostro comune sono
stati un argomento fondamentale delle discussioni (e anche delle
polemiche) di questi ultimi mesi. Per questo le chiedo di illustrarci
in che modo l’amministrazione ha agito al riguardo, quali sono state
le motivazioni e infine se ci può offrire una panoramica dei
risultati raggiunti al termine della stagione turistica.
La
motivazione è stata questa: il patrimonio culturale di Mondavio è
costituito principalmente dalla Rocca Roveresca, gestita per
quarant’anni dai volontari dall’associazione Pro Loco. Quando siamo
arrivati la situazione non era delle più rosee, perché la Pro Loco
aveva debiti per circa 40.000 euro e i biglietti di ingresso della
Rocca da 40.000 l’anno degli anni ottanta erano scesi a 12-15.000
l’anno.
Abbiamo
quindi “preso il toro per le corna” e con una scelta drastica
abbiamo tolto la gestione alla Pro Loco, con effetti impensabili
all’interno dell’associazione, perché l’associazione stessa ha
imputato la colpa della scelta di questa amministrazione al proprio
presidente e quindi lo ha cacciato.
Sono
dieci mesi che stiamo gestendo la Rocca e i dati sono confortanti,
perché in questi dieci mesi abbiamo staccato circa 3.800 biglietti
in più, per un totale di circa 16.000 euro in più in quest’anno.
Col
senno di poi si è trattato di una scelta giusta, nella quale ho
creduto. Non ho dato l’assessorato al turismo a nessuno ma l’ho
tenuto io, come avevo detto anche in campagna elettorale, perché
intendevo fare questa scelta difficile e seguirla in prima persona.
Un’altra
ricchezza di Mondavio è costituita dal territorio e dal patrimonio
ambientale. Sappiamo che uno dei “fiori all’occhiello”
dell’attuale amministrazione è il risultato ottenuto sin dall’inizio
con la raccolta differenziata e che Mondavio, in collaborazione con
il locale Comitato Valcesano, è stato indubbiamente il comune più
attento e sollecito nella lotta alla centrale turbogas di Corinaldo.
Ma considerando di dover affrontare il problema alla radice, le
chiedo: la vostra amministrazione ha in progetto l’attuazione di
politiche di riduzione dei rifiuti e dei consumi energetici? Qual è
la vostra politica sui trasporti e per una viabilità più
sostenibile?
Per
quanto riguarda la riduzione dei rifiuti, in questi due anni abbiamo
fatto il primo passo e siamo passati in pochi mesi da una raccolta
differenziata pari all’8-12% al 72% dell’ultimo dato del mese di
ottobre. Secondo me la riduzione dei rifiuti passa anche attraverso
la separazione del rifiuto, perché questa educa il cittadino a
produrne di meno.
Non
siamo sicuramente ancora all’ottimo, per esempio abbiamo problemi
legati allo smaltimento dell’olio o agli imballaggi, però questo è
comunque un grosso primo passo per cercare di migliorarci.
Anche
nei consumi energetici stiamo facendo grandi passi avanti. Abbiamo
indetto un concorso per la fornitura di pannelli fotovoltaici sopra
le strutture comunali. La nostra amministrazione non si è prestata
ai parchi fotovoltaici su terreni perché siamo sia moralmente sia
politicamente contrari a questo tipo di investimento, che alcuni
comuni hanno fatto esponendo il bilancio a indebitamenti per milioni
e milioni di euro con la speranza in un ritorno del Gse, del quale
alla fine non c’è nessuna garanzia, perché se le garanzie ci
fossero le banche non le chiederebbero al comune.
Siamo
invece fortemente convinti nell’installazione degli impianti
fotovoltaici sopra gli edifici del comune, ne abbiamo già uno da 20
kW in funzione nella scuola consorziata tra Orciano e Mondavio e ne
avremo a breve uno nel cimitero del comune, uno sulla palestra di San
Michele, uno sopra gli spogliatoi di San Michele e un altro sulla
scuola dell’infanzia di San Michele. Avremo purtroppo anche molti
impianti di privati a terra e saremo molto severi nel chiedere le
misure compensative, per quello che la legge ci permette ancora di
essere.
Per
quanto riguarda la viabilità sostenibile, come consigliere
provinciale ho già mosso le coscienze degli amministratori perché
nella valle del Cesano abbiamo una pessima viabilità, forse la
peggiore di tutta la provincia di Pesaro, alla quale si dovrebbe
rimediare quantomeno con una bella pista ciclabile fluviale. Con
l’attuale situazione finanziaria è difficile riuscire a compiere
un’opera del genere, quindi per ora mi fermerei soltanto alla
progettazione di un tratto di pista ciclabile che costeggi il fiume
da Pianaccio fino ai confini con Monte Porzio e che, a mio avviso,
renderebbe migliore la qualità della vita dei cittadini.
Il
comune di Mondavio è recentemente uscito dall’Unione Valcesano,
seguito a ruota da Monte Porzio: una decisione appoggiata anche dalla
minoranza consiliare. Quali sono attualmente le prospettive di unione
e/o di gestione associata dei servizi con i comuni limitrofi? Come
valuta la possibilità della creazione di un unico comune con San
Lorenzo in Campo e Fratte Rosa?
Siamo
usciti dall’Unione Valcesano perché era un’unione troppo sbilanciata
verso la costa, con comuni non affini al nostro da mille punti di
vista. Noi avevamo l’intenzione di uscire e lo stesso valeva per la
minoranza, che su questa uscita ci ha addirittura fatto la campagna
elettorale. Noi invece abbiamo sempre detto che da quell’unione
probabilmente saremmo usciti e se lo avessimo fatto avremmo valutato
insieme ai cittadini in quale unione rientrare.
In
questi giorni stiamo valutando insieme a Monte Porzio e alla new
entry Fratte Rosa se entrare tutti insieme nell’Unione Roveresca per
fare un’unica unione dei comuni con più di 10 mila abitanti. Come
abbiamo detto più volte e scritto nel programma elettorale, prima di
fare queste scelte sicuramente le condivideremo con la gente e quindi
faremo delle assemblee.
Anche
se sono favorevole alle unioni di comuni aventi più o meno le stesse
caratteristiche, non ho mai pensato, e non credo che lo farò mai, ad
una fusione con Fratte Rosa e San Lorenzo in Campo. Se posso fare i
nomi di comuni a noi vicini, ormai per i cittadini di Mondavio andare
a Orciano è come andare nel proprio comune. Penso che possa essere
la stessa cosa per San Filippo e Monte Porzio. Sono favorevole alle
fusioni, ma eventualmente con comuni come questi.
Non
pochi cittadini ritengono che l’attuale amministrazione abbia
valorizzato in particolar modo il capoluogo, ma relegando in secondo
piano lo sviluppo delle frazioni.Come risponde a
queste considerazioni?
In
parte ho già risposto. E’ facile dire che il sindaco è di Mondavio
e quindi fa tutto a Mondavio, ma non lo ritengo assolutamente vero,
non è proprio nell’indole di questa amministrazione.
Alcune
iniziative vengono fatte nel capoluogo perché ad esempio il teatro,
la Rocca e il castello sono nel capoluogo, ma siamo vicini alle
frazioni. Sappiamo dei problemi di San Filippo legati alla viabilità
che cercheremo di sistemare e siamo vicini alla scuola dell’infanzia,
perché è giusto che rimanga aperta.
Teniamo
molto a San Michele, la frazione più giovane e in espansione, che
aveva dei problemi legati al traffico veloce per i quali abbiamo
messo dei dissuasori, una scelta ponderata che però è stata
abbastanza risolutiva. Oltre alla scuola di musica, a livello
culturale è molto sentita la questione della biblioteca comunale di
San Michele, che vedremo di trasferire, ampliandola negli spazi ma
soprattutto nell’offerta formativa.
Una
domanda legata alla stretta attualità. La recente crisi economica ha
messo in ginocchio molte aziende della zona. Nell’ultimo consiglio
comunale, ad esempio, è stata discussa una delibera riguardante la
chiusura dello stabilimento BVB di proprietà del gruppo Marcegaglia.
Quali provvedimenti avete preso o avete intenzione di prendere per il
sostegno dei cittadini in difficoltà? Quante sono le persone e le
famiglie che si sono rivolte al comune e in che modo
l’amministrazione ha eventualmente fornito loro un aiuto?
Per
quanto riguarda la questione della BVB di San Lorenzo in Campo,
nessuna famiglia è venuta a chiedere aiuto al comune, ma ci siamo
attivati subito insieme alla provincia e a altri comuni per star
vicino ai dipendenti che saranno licenziati dal gruppo Marcegaglia,
un gruppo che, ci tengo a dire, predica bene e razzola male. A
livello nazionale la Marcegaglia, che è presidente di Confindustria,
afferma di non adottare questi provvedimenti perché non trasporta la
produzione all’estero. In realtà con la BVB ha acquistato tutto il
pacchetto, ha preso tutti i clienti e adesso va a fabbricare il
prodotto in Polonia. Abbiamo una decina di dipendenti alla BVB e
insieme al presidente della provincia abbiamo istituito diversi
tavoli con i sindacati e con gli operai stessi perché siamo
intenzionati ad aprire qualche vertenza non solo sindacale e legale
ma anche politica verso questo gruppo.
Per
le persone in difficoltà abbiamo istituito nel nostro bilancio un
fondo di solidarietà, destinato alle persone in cassa integrazione,
che non lavorano più e che hanno i requisiti per accedervi,
stabiliti dal regolamento che abbiamo fatto. Il fondo è di circa
20.000 euro e ne stanziamo 5.000 alla volta. Una grossa mano ce la dà
la parrocchia di San Michele con il centro Caritas, che distribuisce
i pacchi alle persone che purtroppo non hanno neanche i viveri.
Parlando
con altri sindaci, la situazione a Mondavio non è drammatica
rispetto ad altri comuni, perché abbiamo delle aziende forti come
l’Alluflon che, al posto di licenziare come fanno tutti in Italia, ha
assunto quasi 100 dipendenti dall’inizio della crisi.
Analogamente
ad altri piccoli paesi, il nostro comune avrà sicuramente dovuto
confrontarsi con la questione dell’immigrazione. Quali situazioni si
sono create e come le ha fronteggiate l’amministrazione comunale?
Di
immigrazione non ne abbiamo tanta, ma un pochino ce n’è. Abbiamo
tuttora delle case popolari, alle quali il nostro comune aveva già
pensato negli anni Settanta e Ottanta, in cui possiamo locare anche i
cittadini extracomunitari, facendo fronte con queste abitazioni per
quanto riguarda la casa. Per quel che riguarda il resto, se sono in
difficoltà trattiamo i cittadini extracomunitari come i cittadini di
Mondavio, quindi se abbiamo la possibilità, come è capitato proprio
in questi giorni, aiutiamo indistintamente sia gli uni che gli altri.
In
che modo avete affrontato e intendete affrontare il disagio e le
problematiche giovanili? Qual è il vostro rapporto con
l’associazionismo, non solo sportivo? Come pensate di coinvolgere
concretamente i giovani nella vita del nostro comune? La prospettata
attivazione di una consulta per i giovani troverà realizzazione?
La
consulta per i giovani non è stata attivata. Il contatto con le
associazioni c’è e penso che i ragazzi sentano abbastanza vicina
l’amministrazione. Ricevo tutti i martedì e i giovedì tanti
esponenti di varie associazioni che vengono a chiedere al comune una
compartecipazione alla realizzazione di progetti. Il comune, insieme
alla provincia e all’ambito sociale che ci sta aiutando molto, riesce
a farne fronte e ad essere vicino ai giovani.
In
verità si potrebbe fare molto di più, perché stare vicino ai
giovani significa non solo aspettare che vengano a chiedere, ma fare
dei progetti per coinvolgerli.
Oltre
ai giovani, il futuro del nostro comune è costituito anche dai
cittadini più piccoli. Quali sono le iniziative e le attenzioni
rivolte ai bambini? Qual è il rapporto con il locale Istituto
comprensivo? In cosa si concretizza il vostro sostegno all’istruzione
scolastica?
Cominciamo
dall’ultima domanda. Il nostro sostegno all’istruzione scolastica si
concretizza nel finanziare l’offerta formativa integrativa a quella
del ministero che la dirigente ci prospetta, visto che nessuno meglio
di lei sa qual’è l’offerta formativa migliore per i ragazzi. Con la
dirigente scolastica dell’istituto il rapporto è ottimo.
La
seconda cosa cui teniamo molto, e che abbiamo già potenziato, è
l’aiuto ai ragazzini disabili, perché pensiamo prima di tutto che
aiutare i più deboli e garantire alle loro famiglie cioè che il
governo ha tagliato sia una cosa che contraddistingua
un’amministrazione di sinistra. Il ministro Gelmini ha fatto pesanti
tagli in questo settore, ma le nostre famiglie non li sentiranno
perché abbiamo messo fondi a bilancio per cercare di tutelarle il
più possibile.
Lo
sviluppo sociale, si leggeva nel vostro programma, passa attraverso
la promozione del benessere di tutti i cittadini, per cui le chiedo:
qual è stato il vostro sostegno agli anziani? Quale invece quelloper i
disabili? Cosa è cambiato nella gestione del Centro Diurno
“L’Aquilone” dopo l’uscita dall’Unione Valcesano? Da ultimo, in
che modo avete attuato una politica per le pari opportunità, tenendo
conto del simpatico paradosso dell’assessore uomo?
Per
quanto riguarda gli anziani, oltre ai vari progetti che già c’erano,
abbiamo istituito da subito la novità della mensa. A Mondavio
diversi anziani soli, soprattutto uomini, hanno difficoltà a
prepararsi il cibo e quindi si indeboliscono, la qualità della loro
vita peggiora. Con una modica cifra di tre o quattro euro facciamo
preparare i cibi nella mensa scolastica del comune e diamo agli
anziani un pasto completo. La nostra amministrazione tiene molto alla
mensa scolastica, che nessun altro comune ha più e nella quale si
usano tutti prodotti di qualità.
Per
quanto riguarda il centro diurno, credo che non sia cambiato nulla se
non in meglio. Stiamo dando sempre più servizi a questo centro, che
ci viene invidiato da tutta la vallata del Cesano, dalla provincia e
penso anche della regione.
Il
99% dei meriti non va al comune ma alla cooperativa che lo gestisce.
Sono ragazzi veramente in gamba, crediamo in loro e loro credono in
noi. Abbiamo ritoccato appena le tariffe, non perché siamo usciti
dall’unione ma perché era proprio indispensabile, infatti nessun
genitore si è lamentato.
Per
quel che riguarda le pari opportunità, io passo per il maschilista
della provincia, ma non lo sono assolutamente. Abbiamo in consiglio 4
donne, nessuna di loro è in giunta. Io ritengo che una donna non
debba andare in giunta in quanto donna ma perché ha le
caratteristiche giuste per farlo. Purtroppo in campagna elettorale
avevamo investito in una ragazza che avrebbe dovuto fare l’assessore
ai servizi sociali ma che non è stata eletta. Le altre donne, chi
per lavoro chi per altri motivi, non potevano fare l’assessore,
quindi l’assessorato alle pari opportunità l’ho dovuto dare ad un
uomo. Dovremo rimediare quanto prima.
Negli
scorsi mesi si è consolidata l’amicizia con il comune francese di
Fontenay-Trésigny ed è nata quella con i cittadini catalani di
Vilassar de Dalt, che ci hanno fatto visita in agosto. Che importanza
rivestono i gemellaggi e quali ricadute positive comportano per il
nostro paese?
Quella
dei gemellaggi per me è un’importanza strategica. Creare legami con
i cittadini di altri comuni d’Europa è importante sia da un punto di
vista culturale, sia per capire come vivono i nostri concittadini
europei. Si stanno instaurando dei legami anche forti con questi
cittadini ed è una cosa molto bella.
Tra
l’altro viene finanziata dalla Comunità Europea e quindi è a costo
quasi zero per l’amministrazione comunale.
Eravamo
già gemellati dalla precedente amministrazione con
Fontenay-Trésigny, recentemente ci siamo gemellati con la cittadina
catalana di Vilassar de Dalt. Compatibilmente con le esigenze di
bilancio, visto che anche se poco qualcosa ci costa, ho già detto
all’assessore ai gemellaggi Mirco Zenobi di cercare per i prossimi
anni anche un gemellaggio con un paese dell’Est.
Nel
vostro programma, sotto la voce dei “servizi comunali affidati a
terzi”, si parlava della necessità di riprendere il controllo
pubblico per garantire l’interesse dei cittadini-utenti. Quali sono i
servizi attualmente affidati a ditte esterne e in che modo potete
garantire tale controllo?
Per
legge siamo stati obbligati ad affidare a terzi la gestione
dell’acqua, del gas e dei rifiuti.
Chiarisco
che cosa intendevamo dire nel nostro programma elettorale. Per prima
cosa la passata amministrazione, della quale facevo parte, aveva
deliberato anche il passaggio di proprietà dell’acquedotto dal
comune di Mondavio a una società misto pubblico-privato o tutta
pubblica. La nostra amministrazione non intende affidare in nessun
modo la proprietà dell’acquedotto a nessun altro se non ai cittadini
di Mondavio.
Secondo,
intendiamo controllare di più quello che stanno facendo i gestori di
acqua, gas e rifiuti. Con la società che gestisce i rifiuti siamo in
contatto continuo per il discorso della raccolta differenziata e devo
dire che siamo molto soddisfatti. Lo siamo meno della società che
gestisce l’acquedotto, le stiamo alle costole e premiamo perché
comunque le scelte vengano fatte anche in virtù delle esigenze dei
cittadini di Mondavio.
Un
servizio in particolare, quello idrico, che rimarrà in gestione fino
al 2028, ha visto negli anni un aumento progressivo delle tariffe,
mentre la qualità del servizio, stando alle voci di molti cittadini,
non è migliorata. Quali investimenti sono stati fatti dal gestore
per migliorare il servizio? Inoltre, sempre in merito alla questione
dell’acqua pubblica, in data 7 aprile 2010 il consiglio comunale ha
approvato, su proposta del gruppo Fuoritempo, una modifica allo
statuto che riconosce, tra le altre cose, la non rilevanza economica
del servizio idrico. Le risulta che tale modifica sia stata
introdotta nello statuto?
Penso
che la modifica sia stata introdotta, se così non fosse lo faremo
fare al più presto.
Per
quel che riguarda le tariffe, gli aumenti non li decide l’azienda ma
l’Aato, cioè i sindaci che insieme a un presidente e un direttore
stabiliscono come aumentare le tariffe in base agli investimenti. In
questi due anni a Mondavio non sono stati fatti investimenti se non
piccoli estendimenti nelle zone nuove. La manutenzione dell’impianto
la sta facendo Marche Multiservizi, che gestisce il servizio.
Non
direi che la qualità non è migliorata. E’ migliorata nella celerità
nel sistemare le condotte quando si rompono o ci sono perdite. Quando
ero consigliere comunale, cioè quando gestivamo noi, la perdita del
sabato andava a finire a martedì, oggi si chiama Marche Multiservizi
che è reperibile e viene a mettere a posto anche la domenica.
La
qualità dell’acqua più o meno è sempre la stessa. Abbiamo una
buonissima acqua, forse poco sfruttata. Anche su questo abbiamo dei
progetti in testa per sensibilizzare di più i cittadini a bere
l’acqua dell’acquedotto, perché non è un modo di dire ma è
veramente migliore di quella che si compra.
Un
altro aspetto importante del vostro programma elettorale prevedeva
(cito) “la valorizzazione delle risorse umane interne”, limitando
allo stretto necessario il ricorso ai consulenti esterni. Qual’è
l’attuale organizzazione del personale? L’organico degli uffici
comunali è equilibrato, sovradimensionato oppure avete l’intenzione
di procedere ad assunzioni di nuovi dipendenti?
Quello
che intendiamo fare è valorizzare il più possibile i dipendenti
comunali e dare il meno possibile all’esterno. La nostra idea era ed
è rimasta questa, però dobbiamo scontrarci con le leggi e i tagli
che sta facendo il governo, per cui comunque dobbiamo ottimizzare
sempre di più anche i dipendenti stessi. Ad esempio, nell’ufficio
tecnico potevamo usufruire di un architetto per la progettazione.
Questa persona però ha vinto un concorso in un altro comune e noi
non abbiamo potuto assumerla a tempo indeterminato perché le risorse
comunali non ce lo consentivano. Di conseguenza ora abbiamo una
persona in meno nell’ufficio tecnico e, quando l’ufficio tecnico
stesso non sarà in grado di farla, dovremo ricorrere in qualche modo
alla progettazione esterna.
L’organico
non è sicuramente sovradimensionato e questo secondo me è una nota
positiva. Per quanto riguarda gli uffici interni, forse servirebbe
qualcuno in più, ma non troppo. Quello che manca invece è
l’esterno: siamo passati dai ventotto dipendenti esterni degli anni
Settanta e Ottanta ai quattro dipendenti degli anni duemila, che sono
veramente pochi. Se uno di loro sta male e un altro è in ferie,
abbiamo solo due dipendenti, con i quali è impossibile gestire 4.000
cittadini.
Abbiamo
fatto un concorso e molto probabilmente prenderemo un ragazzo di
Mondavio che lavora a Pesaro e che ha chiesto la mobilità tra enti.
In questo settore siamo veramente sotto organico e questa assunzione
non basta assolutamente, ma non abbiamo la possibilità di assumere
altri dipendenti.
Dal
29 novembre scorso sono stati modificati gli orari di apertura degli
uffici comunali, introducendo le “novità” della chiusura del
sabato e dell’introduzione di due pomeriggi alla settimana. Quali
sono state le motivazioni di questa decisione? Si tratta di una
scelta condivisa da parte dei dipendenti?
Diciamo
che la scelta è stata sicuramente condivisa dalla stragrande
maggioranza dei dipendenti, non da tutti perché ovviamente è
impossibile condividere tutte le esigenze dei dipendenti. Questa
decisione è stata adottata intanto perché ci siamo accorti che il
contratto dei dipendenti pubblici prevede l’orario di lavoro su
cinque giorni e non su sei. Si tratta di una direttiva europea che il
governo italiano ha derogato per i comuni sotto i 5.000 abitanti,
quindi non è stato solo questo che ci ha spinto ad adottare questo
provvedimento. In realtà ci siamo accorti che il sabato in comune
eravamo incapaci di lavorare. I comuni piccoli come il nostro
dipendono ormai mani e piedi dagli enti sovra-comunali quali la
regione e la provincia, quindi qualsiasi esigenza del cittadino che
non sia l’anagrafe è comunque vincolata da questi due enti superiori
che il sabato sono chiusi.
In
questo modo diamo ai dipendenti un giorno in più alla settimana a
casa e riusciamo a dare un servizio maggiore ai cittadini perché il
comune rimane aperto fino alle sei e mezzo per due pomeriggi la
settimana a livello sperimentale, e se fosse il caso potrebbe
rimanere aperto sino alle sette.
In
questo primo periodo questa decisione ha sconvolto un po’ tutta la
macchina del comune e probabilmente darà anche qualche disservizio
al cittadino, ma poi penso che sarà una cosa normale con cui si
convive senza problemi.
Prima
di concludere questa intervista, parliamo un attimo dei vostri
“avversari” in consiglio comunale. Come valuta l’operato della
minoranza? Come risponde alle loro critiche? Quali pregi e difetti
riconosce in Rotatori e colleghi?
Sino
ad oggi valuto la minoranza abbastanza responsabile, che non fa la
minoranza con il preconcetto, secondo me perché abbiamo instaurato
un clima di questo tipo. Non è quindi soltanto merito della
minoranza ma sono maggioranza e minoranza che in qualche modo si
riconoscono nei propri ruoli. Dico sempre che non abbiamo la ragione
assoluta e che qualche volta alla minoranza possono venire idee
migliori delle nostre. Ne prendiamo atto ed è capitato di votare
insieme o addirittura di ritirare il nostro progetto per approvare
quello della minoranza perché ci sembrava migliore del nostro.
Per
me questo è il modo migliore di amministrare un comune piccolo come
quello di Mondavio e sicuramente sarà così finché sarò qui e
finché la minoranza avrà questo atteggiamento di non preconcetto.
Questo
è il pregio, i difetti… preferisco che siano loro a criticare me.
Per
finire, quali sono le richieste che i cittadini le rivolgono più
spesso? Quali sono, oggi, le priorità per il nostro comune e come
sono cambiate rispetto al 2008?
Due
anni fa, quando la crisi non c’era ancora, il cittadino era più
esigente e veniva in comune considerandolo come una risorsa e un
mezzo per ottenere qualcosa. Oggi il cittadino è cosciente del fatto
che i comuni non riescono a dare più di tanto e quindi ha esigenze
più responsabili rispetto a due anni fa.
Le
esigenze sono diverse perché a causa sia della situazione economica
generale sia del nostro fantomatico governo il cittadino viene in
comune a chiedere se riusciamo a mantenere un servizio, non tanto se
riusciamo a ottimizzarlo. Oltre a questa, la differenza sostanziale è
che ci sono molti cittadini in grosse difficoltà e quindi abbiamo
dovuto fare il fondo di solidarietà per aiutare le famiglie con
disagi insostenibili.
Un
ringraziamento a Piero Livi per il supporto tecnico alle interviste.