I macabri difensori del nucleare

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Profonda commozione per le
vittime del terremoto e dello tsunami che hanno colpito in questi
giorni il Giappone. A questo si aggiunge l’allarme rosso per alcune
centrali nucleari presenti sul territorio nipponico.

Le notizie si susseguono
di ora in ora ma da quello che si può già sapere è che tra i venti
impianti nucleari spenti a causa del terremoto, la centrale nucleare
di Fukushima sembra essere quella più gravemente danneggiata, in
particolare i reattori 1 e 3.
E’ bene infatti ricordare
che anche se vengono spenti immediatamente, i reattori devono essere
raffreddati e servono grandi quantità di acqua per evitare il
rischio di surriscaldamento e fusione.

Come scrive Greenpeace:
Anche se ben progettato, un reattore è vulnerabile ai
terremoti e le operazioni di riparazione in una centrale nucleare
possono richiedere tempi lunghi e costi non indifferenti
”.

E’ triste che debba
servire un esempio reale per far comprendere agli italiani la scelta
idiota del ritorno al nucleare. E’ triste che si debba dimostrare con
esempi pratici cosa significhi vivere vicino a una centrale atomica:

  • significa mettere
    in conto la possibilità di essere evacuati.
    Al momento
    attuale le autorità giapponesi hanno ordinato l’evacuazione di
    140.000 residenti nell’area della centrale: di questi 30.000
    abitavano nel raggio di 10 chilometri dal sito, e 110.000 nel raggio
    di 20 chilometri;

  • significa poter
    essere contaminati dalla radioattività
    .Nove sono i tecnici
    contaminati. Ma secondo le autorità le persone esposte alle
    radiazioni potrebbero essere state 160;

  • significa dover
    prendere precauzioni contro la radioattività.
    La televisione
    pubblica giapponese Nhk ha invitato coloro che abitano nelle zone
    vicine alla centrale nucleare di Fukushima, oltre la zona già
    evacuata, di tapparsi in casa e chiudere le finestre. La tv ha anche
    consigliato gli abitanti della zona vicino alla centrale nucleare di
    proteggersi contro le radiazioni. Secondo gli esperti, è necessario
    coprirsi naso e bocca con asciugamani bagnati e lavarsi le mani non
    appena rientrati in casa. La gente deve inoltre evitare verdure,
    altri cibi freschi e acqua del rubinetto, prima del via libera delle
    autorità;

  • significa ricevere
    poca informazione: per evitare allarmismi si tende a ridurre le
    informazioni sul tema nucleare
    .Per l’esperto nucleare
    americano Joseph Cirincione, responsabile del Ploughsares Fund,
    l’incidente “già ora se bloccato è uno dei tre peggiori”
    dopo il disastro di Chernobyl nel 1986 e quello del reattore di
    Three Mile Island in Pennsylvania nel 1979. Secondo Cirincione,
    l’informazione fornita dalle autorità giapponesi al riguardo è al
    momento carente. “La domanda che rimane senza risposta è se ci
    sono tuttora danni strutturali all’impianto che potrebbero
    peggiorare la situazione. E su questo la società non ha dato
    informazioni precise”. La presenza di Cesio radioattivo
    nell’atmosfera, ha spiegato l’esperto, “indica che una fusione
    parziale del nucleo del reattore è già in corso”.

La ministra dell’ambiente
Stefania Prestigiacomo mette subito le mani avanti dicendo: “Trovo
strumentale e macabra la polemica sul nucleare italiano” facendo
eco al compare Fabrizio Cicchitto, capogruppo alla Camera del Pdl,
che afferma: “La nostra posizione rimane quella che è, non si può
cambiare ogni volta. Abbiamo problemi energetici non da poco”.

A Cicchitto si può
rispondere chiedendo come mai, se è vero che abbiamo in Italia
problemi energetici, il Governo vuole eliminare gli incentivi alle
energie rinnovabili.
Alla Prestigiacomo si può
replicare che solo degli affaristi irresponsabili come quelli che
albergano nel nostro governo possono oggi rilanciare il nucleare in
un paese a rischio sismico come l’Italia. Macabri non sono coloro che
parlano di nucleare ora, macabri sono coloro che nascondono le bugie
del nucleare!

Se il governo italiano è
così convinto della strada del nucleare abbia ora il coraggio di
indicare i siti delle centrali e quelli delle scorie radioattive.
Ora.