Maltempo: i mancati interventi
Abbiamo tutti assistito
alle drammatiche immagini delle violenti alluvioni che hanno colpito
Liguria e Toscana provocando numerosi danni agli edifici e alle
persone.
Le cause sono in parte già
note: effetto dei cambiamenti climatici e costruzione selvaggia.
Cambiamenti climatici
La causa scatenante del
mutamento climatico è ormai accertata e denunciata da diversi
scienziati. James Hansen, famoso climatologo nordamericano, ha
scritto un volume, “Tempeste” (ed. Ambiente, 2010), dove
spiega come l’aumento della temperatura terrestre, causata dalla
crescita esponenziale della CO2 nell’atmosfera, comporti un
surriscaldamento delle masse d’acqua oceaniche, circostanza che
produce una maggiore quantità di energia e scatena gli “eventi
estremi”: piogge intense, uragani, tifoni e lunghi periodi di
siccità. In un articolo uscito su Nature (agosto 2010) un gruppo di
ricercatori di due Università statunitensi ha dimostrato come la
frequenza di uragani e tifoni sia aumentata del 31% negli ultimi
trent’anni. Alle stesse conclusioni sono arrivati alcuni ricercatori
dell’Università di Canberra, che hanno riscontrato un aumento della
forza dei venti e dell’altezza delle onde negli ultimi venticinque
anni.
Occorre quindi comprendere
che gli “eventi estremi” ci sono sempre stati, ma la loro
intensità e la frequenza con cui si presentano stanno crescendo
notevolmente a causa dello squilibrio ambientale provocato dalle
attività umane inquinanti.
Costruzione selvaggia
La politica, a tutti i
livelli, non ha mai voluto imparare dai disastri del passato, e non
finanzia la difesa del territorio perché non porta voti. In effetti
non ci sono nastri da tagliare né cerimonie da presenziare quando si
costruisce un invaso di trattenimento dell’acqua. E’ un problema
culturale e oggi anche economico.
Dal 2005 esiste un Piano
di assetto idrogeologico (PAI) nel quale vengono elencati, regione
per regione, gli interventi necessari per ridurre la pericolosità
della nostra rete fluviale, considerando che l’Italia è
oggettivamente un paese difficile, visto che annovera l’82% dei
comuni con “alta criticità idrogeologica”.
Per realizzare gli
interventi del PAI occorrono 44 miliardi di euro, ma il Ministero
dell’Ambiente ne ha stanziati solo 2! Nella realtà però nessun
cantiere è stato aperto e di quei miseri 2 miliardi sono stati
erogati appena 300 milioni di euro, e solo per tamponare le emergenze
degli ultimi due anni.
Si può inoltre leggere
che per la manutenzione dei corsi dell’acqua (la pulizia degli alvei
e il rimboschimento delle sponde, per aumentare la solidità e la
capacità drenante delle acque) va ancora peggio. I fondi ordinari
assegnati dal Ministero sono stati ridotti, negli ultimi 5 anni,
dell’84%: da 550 milioni (nel 2008) a 84 milioni (nel 2012).
Paola
Paglia, ingegnere della Protezione Civile, spiega che “la
manutenzione spetta agli enti locali ma senza l’aiuto dello Stato
nessuna amministrazione riesce a trovare risorse nel proprio bilancio
per la cura dei canali”.
Ma ci sono anche le
responsabilità delle amministrazioni locali, che concedono permessi
a costruire in aree vietate dai PAI.
Cemento e infrastrutture
hanno consumato la terra. Abbiamo mangiato il suolo rendendo il
terreno impermeabile, l’acqua non penetra più e scivola via. Si è
edificato troppo dove non si doveva, le abitazioni sono state
costruite anche sugli argini dei fiumi. A ogni disastro tutti pongono
il problema dei detriti che ostruiscono il corso dei fiumi, ma il
problema non sono tanto i detriti, quanto il fatto che l’uomo ha
ridotto gli alvei dei corsi d’acqua.
E se poi qualcuno
costruisce senza autorizzazioni? Nessun problema! I due primi governi
Berlusconi (e così stava per essere anche con il terzo) sono stati
gli unici negli ultimi quindici anni a varare sanatore edilizie.
Leggo in questi giorni
anche una proposta dell’associazione “Comuni virtuosi”, a mio
avviso moltointeressante. Si
tratta di una moratoria sulle grandi opere i cui soldi potrebbero
essere destinati contro il dissesto idrogeologico.
A questo proposito è
straordinariamente attuale il video che sta girando in internet in
questi giorni.Si
tratta di uno spot “pubblicità progresso” del 1977. Vi
invito a guardarlo e a scoprire che quello che è accaduto in questi
giorni in Liguria e in Toscana avremmo dovuto già saperlo.