Mondavio: consiglio Comunale del 28 dicembre 2011

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Ad
un mese esattodall’assemblea
del 28 novembre scorso
, ecco convocato un nuovo consiglio
comunale. L’orario stabilito è quello consueto, cioè le 18.30, e
l’ordine del giorno conta ben 13 punti, dei quali l’ultimo è stato
aggiunto in un secondo tempo. In platea, oltre alla sottoscritta, è
presente solamente il parroco di Mondavio, che rimarrà per più di
mezza assemblea.

Alle
18.44 i consiglieri si siedono e la segretaria Bartolini comincia
l’appello: sono presenti 9 consiglieri della maggioranza e 3 della
minoranza, mentre risultano assenti Ghetti (che arriverà alle
18.56), Olivieri, Biondi, Serfilippi e Falcinelli. Quest’ultimo può
essere ormai considerato alla stregua di una creatura mitologica,
visto che la sua ultima apparizione in consiglio risale al 26 aprile
2011 e che è arrivato a totalizzare ben 9 assenze negli ultimi 10
consigli (quella attuale è la sesta consecutiva).


L’assemblea
si apre con l’approvazione dei verbali della seduta precedente, alla
quale si astiene l’assente Battistini; si prosegue quindi con le
comunicazioni del sindaco, che cede la parola all’assessore Dominici,
il quale provvede a riportare al consiglio il parere della Corte dei
Conti. Si tratta in breve della solita raccomandazione ad operare
secondo la diligenza del buon padre di famiglia, tenendo sotto
controllo le spese e gli strumenti di finanza derivata.

È
quindi il turno del rinnovo della convenzione con il comune di Monte
Porzio per lo svolgimento in forma associata delle funzioni di
Polizia Municipale. Talè precisa che sono anni che questa viene
rinnovata e che il servizio funziona bene, “l’unione fa la forza”
soprattutto per quel che riguarda le manifestazioni e le feste. Il
consigliere di minoranza Ghironzi ricorda che nella stessa sede
consiliare si era detto di rinnovare la convenzione in attesa di
poter entrare nell’Unione Roveresca, di conseguenza chiede perché
non sia stato avviato il servizio con i vigili dell’Unione. Il primo
cittadino risponde che gli abitanti della Roveresca sono circa 5.500,
mentre quelli di Monte Porzio e Mondavio sono 6.700, quindi
costituiscono un corpo più grande. Ci si era lasciati con il
proposito ricordato da Ghironzi ed in seguito erano state fatte 2
riunioni ed era stata stipulata una bozza di convenzione con
l’Unione. Quest’ultima però sembra tergiversare, visti anche i
rapporti con Barchi per la questione della discarica, che il comune
limitrofo insiste a voler gestire in esclusiva. Il nostro comune però
non è stato con le mani in mano e nel frattempo c’è stata una
riunione con San Lorenzo in Campo e Fratte Rosa, che vorrebbero un
comando unico con Mondavio e Monte Porzio, con la conseguente
creazione di un corpo di mezza valle con un territorio omogeneo. Talè
conclude ribadendo che il comune di Mondavio “non può sottostare a
diktat sulla discarica”. Ghironzi chiede quindi se Monte Porzio sia
ancora indietro con il rimborso dei residui, Dominici gli risponde
che stanno controllando che le casse di Mondavio non risentano dei
problemi di altri comuni. Al voto il consiglio è favorevole
all’unanimità sia alla delibera sia alla sua immediata eseguibilità.

Il
quarto punto all’ordine del giorno è di veloce trattazione, dato che
riguarda una semplice modifica da apportare alla delibera inerente la
convenzione per il servizio di segreteria comunale con il comune di
Corinaldo: detta modifica è necessaria perché l’ingresso, che
avverrà il primo gennaio 2012, inizialmente era stato deliberato a
partire dal primo giorno di dicembre. Ghironzi dichiara di astenersi
dato che lo aveva fatto anche in occasione dell’approvazione della
convenzione in oggetto, gli altri consiglieri sono tutti a favore:
stessa cosa per l’immediata eseguibilità.

Il
quinto punto, illustrato dal primo cittadino, prevede l’approvazione
di un nuovo regolamento per il centro diurno “L’Aquilone”, in
quanto ciò è previsto dalla legge. In pratica si tratta di inserire
la costituzione di un comitato di indirizzo (composto da un
amministratore comunale, l’assistente sociale del comune e un
coordinatore del centro) e di un comitato tecnico (comprendente un
neurologo, il coordinatore e un operatore del centro). Ghironzi
chiede lumi sulla nomina del rappresentante dell’amministrazione
comunale, Talè gli risponde che si è pensato al consigliere
Serfilippi, a suo dire parecchio impegnato nel volontariato, ma che
tale nomina non è comunque l’oggetto dell’attuale votazione. Il
consiglio si esprime favorevole all’unanimità.

Il
punto successivo all’ordine del giorno recita “costituzione di
diritto di uso pubblico su aree di proprietà privata”. Il sindaco
sottolinea che si tratta di una questione che ci si tira dietro da
anni, poiché nel capoluogo c’è un’anomalia costituita dall’ingresso
dell’ufficio postale. Talè sostiene di essere andato più volte a
Roma per parlare con le Poste, anche se il comune di Mondavio non
avrebbe dovuto entrare nella questione, visto che questa riguarda
soggetti privati, cioè l’attività che non beneficia dell’ingresso
(l’ufficio postale) e i proprietari della terra (le suore e un
privato). I cittadini hanno subito negli ultimi tre anni un
disservizio incredibile e fortunatamente non si sono mai verificati
incidenti. Da 5 o 6 mesi il sindaco ha ripreso in mano la questione e
con l’aiuto dell’avvocato Cantarini sembra si sia raggiunto un
accordo: il suolo del passaggio verrà dato in comodato gratuito al
comune che ne sarà responsabile e dovrà garantire la manutenzione
della strada, usufruendo del passaggio sul lato destro e di parcheggi
a tempo disposti a spina di pesce sul lato sinistro. Questo accordo
permetterà di rimuovere i “panettoni” e di mettere il divieto di
sosta sulla provinciale. Talè afferma che ciò non era quello che
voleva, poiché il comune avrebbe dovuto rimanere fuori dal problema,
ma che si è venuti a patti per eliminare il disagio pubblico.
Ghironzi chiede se vi fossero altre possibilità per acquisire la
proprietà come l’esproprio o altri tentativi. Il primo cittadino
risponde affermando che in un primo momento si era pensato a
comprare, ma i privati non erano disposti a vendere; con l’esproprio
si sarebbe rimasti nella medesima situazione per altri dieci anni, e
la questione della pubblica utilità sarebbe stata tutta da vedere.
La soluzione alla quale si è arrivati è quella meno onerosa per il
comune, e comunque non è stato facile nemmeno arrivare a questo
accordo perché non era quello che volevano le parti. Il consigliere
Ghetti dichiara di uscire dall’assemblea in quanto è familiare di un
soggetto coinvolto, ricordando che il comune è stato tirato in ballo
dopo che le Poste non hanno accolto la proposta di avere la strada
con una polizza assicurativa per eventuali incidenti: a suo dire
“l’ente Poste si è avvalso del suo potere”. Talè ribatte che a
Roma un funzionario, mostrandogli i conti dell’ufficio di Mondavio,
ha affermato “questo noi lo chiudiamo”, anche se ciò non sembra
realistico visto che comunque costituisce un nodo di scambio dei
postini: e comunque, a conti fatti, mantenere 50 o 100 metri di
strada toglie un grande disagio ai cittadini. Al momento del voto,
Ghetti esce per conflitto, Casini della maggioranza si astiene e i
rimanenti 11 consiglieri approvano sia la delibera sia la sua
immediata eseguibilità.

Anche
il settimo punto riguarda una questione spinosa, visto che si tratta
dell’approvazione del protocollo di intesa per la costruzione e la
gestione del guado in alveo sul Cesano a carattere provvisorio di
collegamento della viabilità. Il primo cittadino ricorda il lungo
travaglio del guado, sul quale si sarebbe dovuto cominciare a passare
dal 30 ottobre: la pratica è stata ferma, ma ora non è più sospesa
perché stanno arrivando tutte le autorizzazioni per il ponte così
come è stato costruito: i lavori quindi riprenderanno a breve. Per
potersi prendere la responsabilità del passaggio sul guado è
necessario approvare la convenzione, ma lo stesso sindaco si dice non
del tutto convinto e quindi potrebbero essere inserite delle
postille. Le due province di Ancona e di Pesaro e Urbino si sono
volute tirare fuori dal problema, ma Talè sottolinea come la
responsabilità del crollo sia tutta la loro. Il collega di
Corinaldo, Scattolini, ha suggerito di approvare la convenzione
perché se si aspettasse la firma del protocollo da parte delle
province passerebbe ancora altro tempo, quindi Talè propone di
approvare la convenzione per il bene dei cittadini ma mettendo nero
su bianco che ci si attende la firma da Ancona e da Pesaro. Casini
chiede se le due province abbiano motivato questo rifiuto, il sindaco
gli risponde che ciò non è stato fatto per iscritto, ma che
l’assessore provinciale (lo stesso che presenziò alle assemblee di
San Michele e San Filippo) ha riferito che i tecnici gli hanno detto
di non firmare perché si tratta di una soluzione provvisoria.
Ghironzi propone l’approvazione di un ordine del giorno in cui si
invitano le province a rendersi responsabili del problema e Talè si
dichiara pienamente d’accordo su questo. Casini incalza ricordando
che i tecnici avrebbero firmato per un incrocio sulla provinciale e
che ora non intendono farlo per un guado, la segretaria Bartolini
precisa che il protocollo riguarda la gestione di un guado con
caratteristiche private per cui la provincia non può essere
costretta a firmare, mentre ci sarebbero stati gli estremi per
chiederlo solo se il guado fosse stato costruito dalla provincia
stessa. Rotatori ricorda che la strada crollata costituisce
interruzione di servizio pubblico e quindi occorre chiederne il
ripristino, in risposta la segretaria afferma che si tratta di
un’opera costosa e che in altri casi sono state le province stesse ad
ovviare al problema costruendo dei guadi. Casini esorta a far girare
la questione sui giornali, il primo cittadino afferma che verrà
preparato un ordine del giorno che verrà sottoposto ai capigruppo
della maggioranza e della minoranza. Al voto i consiglieri si
esprimono favorevoli all’unanimità sia all’approvazione, sia alla
sua immediata eseguibilità.

L’ottavo
punto previsto riguarda l’adesione di Mondavio al club de “I borghi
più belli d’Italia”, che viene presentata dal sindaco. Talè,
ricordando che il nostro comune è già sia bandiera verde che
arancione, afferma che si tratta di una delibera propedeutica
all’ingresso nel club, nel quale è presente la sola Gradara per la
nostra provincia. Il sindaco di Corinaldo Scattolini è
vicepresidente del consiglio nazionale del club e quindi l’amicizia e
la vicinanza nelle recenti disgrazie hanno portato a questa delibera.
Ghironzi chiede quale sia il costo dell’operazione in termini
economici, il primo cittadino gli risponde che Corinaldo paga 2.000
euro l’anno, ma che trattandosi di una cifra proporzionale al numero
di abitanti, il nostro comune dovrebbe sborsare circa 1.500 euro più
le eventuali spese per la partecipazione alle riunioni del club, che
di solito avvengono due volte l’anno: nel costo sono previste le
apparizioni in varie pubblicazioni. Talè afferma che anche il comune
di Mondolfo ha fatto domanda per l’ingresso, che però si solito non
viene concesso facilmente: fortuna vuole che il comune di San Leo sia
uscito dalla provincia di Pesaro e Urbino e quindi potrebbe essere
rimpiazzato, si spera proprio da Mondavio. Battistini chiede quali
siano i parametri per l’ingresso, Talè risponde che questi sono
ancora più stringenti di quelli necessari alla bandiera arancione e
che ci si sta già lavorando. Il consiglio è favorevole
all’unanimità, anche per quel che riguarda l’immediata eseguibilità.

Il
nono punto è di veloce trattazione: il consiglio è chiamato ad
approvare un ordine del giorno a tutela del “Made in Italy”
agroalimentare, che è stato presentato dalla Federazione Provinciale
Coldiretti di Pesaro e Urbino, sezione di Mondavio. La Coldiretti, a
detta di Talè, è arrabbiata perché i prodotti italiani sono
snobbati dall’Italia stessa e si oppone al sostegno finanziario
pubblico alla commercializzazione all’estero di prodotti il cui nome
richiama falsamente il nostro Paese. Anche in questo caso il
consiglio è favorevole all’unanimità.

Il
punto seguente concerne il rinnovo dell’incarico del revisore dei
conti del comune di Mondavio, e non la proroga come scritto in un
primo momento nella convocazione consiliare: in questo caso il voto
dovrà avvenire a scrutinio segreto. Talè, precisando che l’attuale
revisore, la signora Miucci, è in carica da tre anni, propone che
tale incarico venga rinnovato, visto il buon operato del revisore
stesso. La segretaria Bartolini approfitta per informare il consiglio
delle recenti modifiche legislative al riguardo, le quali prevedono
che il revisore non sia più nominato dal comune ma estratto a sorte
da una terna decisa dagli ordini professionali. Tuttavia, dato che il
decreto attuativo non è stato ancora emanato e che poco prima di
Natale è uscito il parere della Corte dei Conti in materia, verranno
seguite le normative attualmente vigenti: la proposta dell’ufficio è
quindi quella di rinnovare l’incarico per un altro triennio. Il
compenso passerà da 3.000 a 2.700 euro lordi l’anno in ottemperanza
alla legge che prevede la decurtazione del 10%. Terminata
l’esposizione dell’argomento, si cerca il Comandante della Polizia
Municipale, che di solito è addetto a raccogliere nell’urna i
foglietti con i voti dei consiglieri: nell’attesa è la stessa
segretaria che fa il giro dei presenti raccogliendo i bigliettini in
un bicchiere di plastica. Poco dopo arriva il Comandante e l’urna
viene riempita, quindi gli scrutatori procedono allo spoglio delle
schede: il verdetto è unanimemente favorevole. L’immediata
eseguibilità della delibera viene invece votata per alzata di mano,
e anche in questo caso i consiglieri sono tutti favorevoli.

Il
punto successivo è relativo alla modifica dello Statuto Comunale per
il riconoscimento del diritto umano all’acqua: e qui, trattandosi
dellaproposta
presentata all’amministrazione mondaviese dal gruppo Fuoritempo
nel marzo 2010, mi sia concesso un riassunto dell’iter della
modifica. Nel suo primo e travagliato passaggio alconsiglio
comunale il 7 aprile 2010
la modifica venne approvata con i voti
favorevoli della maggioranza, l’astensione di Ghetti e il voto
contrario di Rotatori, Olivieri, Ghironzi e Filippini. In questi
venti mesi, nonostante i solleciti, anche scritti, rivolti più volte
al sindaco ma soprattutto al segretario comunale, la modifica è
rimasta sospesa con la motivazione ufficiale della necessità di fare
chiarezza sulla procedura esatta da seguire per l’inserimento nello
statuto. Probabilmente a questa motivazione si è aggiunto un certo
disinteresse, visto che per far sì che fosse riproposta in consiglio
il segretario non ha trovato di meglio che occuparsene proprio al
termine del suo mandato e lasciare il compito al suo successore.
Eccoci allora al consiglio attuale, che vede l’assessore Zenobi
esporre la questione: si è appurato che per l’approvazione sono
necessari i voti favorevoli di due terzi dei consiglieri assegnati
(non dei presenti) in prima votazione, altrimenti si rimanda tutto ad
un consiglio entro i 30 giorni, nel quale sarà necessaria solamente
la maggioranza assoluta. Zenobi considera l’argomento già ampiamente
dibattuto e non vorrebbe riaprire la discussione, Rotatori ne
approfitta per dichiarare la propria contrarietà e per affermare di
essere curioso di vedere cosa faranno sindaco e assessori quando fra
pochi mesi si voteranno al governo le liberalizzazioni. L’assessore
gli ricorda che l’oggetto della votazione è il diritto umano
all’acqua, in risposta il capogruppo di minoranza ironizza citando il
diritto umano al pane e, perché no, alla bistecca. Rotatori
sollecita il sindaco a battersi per la migliore gestione del servizio
e ricorda che sia il primo cittadino che gli assessori sono stati
proprio quelli che hanno privatizzato l’acqua del nostro comune:
Zenobi cerca di ribattere ricordando l’esito del referendum di
giugno. Ghironzi si dice favorevole in linea di principio e vorrebbe
aggiungere alla delibera una propria riflessione, che provvede a
leggere ai presenti. Talè ribatte a Ghironzi affermando che il
comune di Mondavio non riesce, per una serie di motivi, a gestire in
house il servizio. La gestione dovrebbe essere affidata a società
completamente pubbliche, come ad esempio Aset che a suo dire funziona
diecimila volte meglio di Marche Multiservizi. Dal canto suo Rotatori
gli fa notare che sia Aset che Hera rispondono alle stesse norme del
Codice Civile, a cambiare sono solo i soci, Talè controbatte
sostenendo che in Aset non c’è il socio che si porta via gli utili a
Bologna: parlare con un amministratore di Bologna o con il sindaco di
Fano, quando si è amministratori del territorio, è differente.
Zenobi sottolinea che un discorso è attinente al diritto umano
all’acqua, un altro a quanto espresso da Ghironzi. Quest’ultimo
chiede che il segretario metta il suo intervento come un invito
rivolto all’amministrazione comunale. Al voto la situazione è la
seguente: Rotatori è contrario, Filippini si astiene, Ghetti e
Ghironzi votano a favore aggiungendosi ai nove della maggioranza.
Purtroppo ciò non è sufficiente per l’esito positivo
dell’approvazione, visto che i voti necessari sono dodici: il sindaco
si lascia sfuggire un semi-serio “t’ha salvato Filippini” rivolto
al capogruppo di minoranza. La questione viene quindi rimandata al
prossimo consiglio: si spera che ciò non comporti qualche problema
in termini di scadenze.

E
dopo questa lunga discussione, poco più di tre minuti sono invece
necessari per il dodicesimo punto, riguardante l’istituzione della
fiera di San Michele alla seconda domenica di ottobre: l’assessore
Zenobi spiega che si tratta di una richiesta pervenuta da varie
attività commerciali della zona che è già stata approvata in
giunta. Con il Comandante dei Vigili è stata individuata la domenica
migliore per evitare la sovrapposizione con una manifestazione di
Monte Porzio e quindi con questa delibera verranno stabiliti sia il
giorno, sia il luogo della fiera (cioè la piazza della frazione e
Via Vittorio Emanuele) sia le categorie merceologiche presenti; il
regolamento per l’assegnazione dei posti verrà invece portato in
consiglio in futuro. La votazione vede tutti i consiglieri
favorevoli.

L’ultimo
punto all’ordine del giorno riguarda l’approvazione della convenzione
per la gestione in forma associata delle funzioni e dei servizi
comunali. Talè informa i presenti che la questione è stata inserita
in fretta e furia perché la legge stabilisce che i comuni inferiori
ai 10.000 abitanti siano obbligati ad associare 2 servizi, eccezion
fatta per quelli che escono dalle comunità montane. Nessun problema
quindi per Mondavio, ma non è la stessa cosa per il vicino Monte
Porzio, che infatti ha chiesto aiuto: aiuto che non verrebbe negato,
visti i legami con il comune limitrofo (grazie al quale viene tra
l’altro garantita la sopravvivenza dell’asilo di San Filippo sul
Cesano). Tuttavia nel frattempo la questione è stata prorogata e
quindi si è deciso di non fare una cosa frettolosa e di rimandare.

I
punti all’ordine del giorno si esauriscono alle 20.09, ma prima di
salutarsi il sindaco ne approfitta per ringraziare la segretaria
comunale e per augurare a tutti buone feste. La segretaria Bartolini
dal canto suo ringrazia dell’ospitalità ricevuta in questi due mesi
in un comune che definisce “meraviglioso” e augura agli
amministratori di riuscire a realizzare tutto quanto è stato
previsto dal mandato. E se prima non c’è stato nulla da fare per
l’acqua, niente di meglio dello spumante: il sindaco invita infatti
tutti i consiglieri presenti ad un brindisi di fine anno e tra una
fetta di panettone e una foto con la segretaria uscente
l’appuntamento del consiglio comunale è per il nuovo anno.