Volkswagen vs Fiat
Ammetto che
non ho simpatia per le auto nuove. Reputo l’utilizzo delle automobili
una delle principali cause dei cambiamenti climatici e dei maggiori
conflitti che insanguinano il pianeta (per via del petrolio).
Ho sempre creduto che si
debba sempre optare per un usato e non per un nuovo veicolo. Si
potrebbe pensare che sia quindi contento quando una casa
automobilistica va in crisi.
Chiaramente la
“contentezza” per la crisi dell’auto è un’illusione, perché
l’industria automobilistica ha un indotto occupazionale così elevato
da far crollare intere Nazioni e creare forti crisi sociali.
E’ però vero che un’auto
si può costruire e pensare in tanti modi e ci sono molto idee per
veicoli più sostenibili sia nella costruzione (prima) sia nei
consumi (dopo).
E’ quanto sembra voglia
fare la Volkswagen: investimenti su nuove tecnologie e propulsioni
sempre più pulite, efficienti ed ecologiche fanno parte del progetto
presentato alcuni giorni fa. La casa automobilistica tedesca
investirà almeno 50,2 miliardi di euro nei prossimi tre anni, e ciò
senza contare i dieci miliardi di investimenti previsti in Cina dove
Volkswagen è già market leader.
A dispetto della Fiat che
non investe perché siamo in crisi, l’azienda tedesca fa esattamente
l’opposto: “Malgrado le sfide della situazione economica
attuale, noi abbiamo deciso di investire più di quanto non abbiamo
mai fatto nella nostra storia” ha affermato l’amministratore
delegato di Volkswagen, Martin Winterkorn.
E’ interessante che la
Volkswagen non ritenga che la crisi debba imporre risparmi o il
rinvio del lancio di nuovi modelli. Al contrario vuole “accelerare
e intensificare l’impegno: reinvestire in corsa gli ampi utili degli
ultimi anni, per lanciare sempre più nuovi modelli di ogni marchio e
di ogni segmento della gamma. E, insieme, correre sempre più veloci
nello sviluppo di motori che consumino e inquinino il meno possibile,
e nella ricerca e sviluppo di nuove forme e tecnologie di
propulsione, pensando al mondo con poco petrolio o del dopo-petrolio,
e a un mondo che sogna la mobilità per tutti ma se possibile a
emissioni zero o quasi”. Il gigante tedesco al momento dispone
di 99 fabbriche in tutto il mondo e non sembra intenzionato a
chiuderne nessuna.
È inoltre straordinario
che gli obiettivi e la strategia di Volkswagen siano stati concordati
con i leader di IgMetall, il più forte sindacato industriale del
mondo, che in conformità con la legge fondamentale tedesca e con le
leggi sulla cogestione,siede nel consiglio di sorveglianza.
Se facciamo quindi un
confronto tra Fiat e Volkswagen noi italiani ne usciamo veramente
malconci. Si parla spesso di “rottamare” i politici. Forse
sarebbe il caso di cominciare a chiedere anche la “rottamazione”
di una certa classe imprenditoriale.