mercoledì 18 Settembre 2024
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“Petrolieri” nel nuovo Cda della Rai?

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Monica Maggioni è la
nuova presidente della RAI e la sua nomina ha messo d’accordo
renziani, minoranza del PD, Ncd e Forza Italia.

Renzi, molto
soddisfatto del voto, ha così commentato: “Io trovo che sia un
fatto positivo che in un consiglio d’amministrazione ci sia un
dipendente che rappresenta quell’azienda. Lo trovo una cosa molto
bella, e vorrei che ci fosse sempre di più in Italia
”.

Difficile non trovarsi
d’accordo con il commento di Renzi. Ma proprio perché quelle parole
dovrebbero rappresentare la normalit
à
mi chiedo cosa ci stia a farel’economista
Marco Fortis nel nuovo Cda della Rai
.

Fortis
è vicepresidente della Fondazione Edison
e in passato ha
ricoperto numerosi incarichi di vertice nel gruppo
Ferruzzi-Montedison. È stato anche consigliere di amministrazione
delle società Edison e da settembre scorso era già nel team dei
consiglieri economici di palazzo Chigi.

Sicuramente
il prof. Marco Fortis ha tutti i requisiti per ricoprire tale ruolo,
tuttavia mi chiedo se questi suoi legami con la fondazione Edison1non lo possano caratterizzare come “l’uomo dei petrolieri” nel
Cda della RAI, nominato proprio in una f
ase di grande attività
di prospezione ed estrazione sul territorio italiano. Mi chiedo se
questa sua presenza nel Cda della RAI sia opportuna.

Augusto
de Sanctis, nel corso dell’incontro che abbiamo organizzato a Ponte
Rio il 5 agosto
, ci ha spiegato molto chiaramente come anche le
attività in val Cesano siano da inquadrarsi in un piano molto più
vasto, comprendente opere infrastrutturali assai importanti, già
delineato dal governo Monti e mai ripudiato dai governi che lo hanno
succeduto. Lo “Sblocca Italia” ha dato un ulteriore impulso
a questo processo.

In
una ricerca dal titolo “Impatto ambientale dei cicli combinati
alimentati a gas naturale, con particolare riferimento alle emissioni
di polveri sottili”
, ricerca condotta dal Politecnico di Milano
e commissionata da Assoelettrica2,
già nel 2004 si poteva leggere:

“Con poche e
meritorie eccezioni, ogni progetto di realizzazione di un nuovo ciclo
combinato incontra nel nostro Paese una
diffusa ostilità
da parte dell’opinione pubblica locale
, allarmata dai
presunti danni ambientali che detta realizzazione potrebbe causare:
il fenomeno è comune ad ogni tipologia di sito, sia esso rurale o
industrializzato, e ad ogni area geografica (Nord, Centro e Sud) del
nostro Paese. […] Quest’ostilità, pur se comprensibile in
termini emotivi, appare priva dei necessari fondamenti scientifici in
termini reali, costituendo uno dei motivi, non l’unico ma
certamente fra i più importanti, dei
gravi ritardi con cui
si evolve il processo di rinnovamento del parco termoelettrico
italiano
, rinnovamento che porterebbe grandi vantaggi
ambientali all’intero Paese”3.

Se il
problema principale è quella dell’ostilità della pubblica opinione
mi chiedo: è un’eresia pensare che si voglia “tranquillizzare”
i cittadini usando opportunamente la RAI?

Ringrazio
Antonio Pierfederici per le informazioni suggeritemi in questo
articolo

1Sul
sito della Edison, nella sezione “Rapporti con le istituzioni”
si può leggere: “Assicuriamo il dialogo dell’azienda con il
Governo e il Parlamento a livello nazionale e, specularmente a
Bruxelles, con la Commissione Europea, il Parlamento e il Consiglio
nonché con le Autorità indipendenti nazionali ed Europee, le
rappresentanze diplomatiche e le associazioni di settore
(Confindustria, Confindustria Energia,Assoelettrica,
Assolombarda, Assomineraria, I-Gas, Unindustria, Eurelectric,
Eurogas)”.

2Tra
gli associati di Assoelettrica
troviamo la EDISON SPA e la EDF
EN ITALIA SPA

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