domenica 8 Settembre 2024
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Rigurgiti fascisti

Alcuni giorni fa è scoppiata un’aggressione nell’Aula della Camera durante la discussione della legge per l’Autonomia differenziata. Il deputato del Movimento 5 stelle, Leonardo Donno, ha cercato di dare una bandiera italiana al ministro Roberto Calderoli, ma scendono i deputati di centrodestra per fermarlo lo hanno aggredito con alcuni pugni alla testa. Il leghista Igor Iezzi è stato tra i più agitati. Donno, nella ressa, è caduto a terra. Protetto dai commessi parlamentari, è stato successivamente portato via dall’Aula su una sedia a rotelle. Nel parapiglia è rimasto coinvolto anche un assistente parlamentare, colpito al volto e allo stomaco.
Immagini vergognose che bisognerebbe mai vedere, tanto più a pochi giorni dal fatto che nell’Aula si è celebrata la memoria dell’omicidio di Giacomo Matteotti assassinato il 10 giugno 1924 dagli squadristi fascisti di Benito Mussolini.
E’ trascorso un secolo, certo. Ma se esibire il Tricolore, contestare una riforma, opporre il proprio pensiero diventa lesa maestà e scatena reazioni violente, allora vuol dire che per quanto forte e determinata sia la politica dirigista della premier Giorgia Meloni, le sue gambe parlamentari appaiono pericolosamente fragili. Le “squadre” che la sostengono in Parlamento risultano prive di controllo, di capacità di argomentare e di farsi valere con i soli numeri della maggioranza. Tutto questo non è da democrazia matura. Quando si dice che questa destra non riesce a fare i conti col suo passato si intende proprio ciò che abbiamo visto alcuni giorni fa a Montecitorio.
Quanto è accaduto non è stata una rissa, è stata un’aggressione squadrista ai danni di un deputato.
Se un parlamentare della Repubblica, “colpevole di opposizione”, può essere aggredito e picchiato in Parlamento cosa potrà accadere domani a un cittadino che manifesterà il suo dissenso? E a uno studente che protesterà in piazza contro una maggioranza?

Occorre un’unità nazionale nei confronti di un clima troppo distratto nei confronti di un rigurgito fascista e delle riforme che l’attuale Governo di destra vuole proporre: il premierato (che non esiste in nessun altro paese al mondo) e vuole concentrare il potere nelle mani di chi guida il Governo e un’autonomia differenziata che dietro questo nome tecnico significa meno accesso ai servizi pubblici (sanità, istruzione, trasporto, ecc..) nelle aree più fragili.

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Ultimamente aumentano i casi di rievocazione o omaggi alla X Mas, il corpo militare che dopo il 1943 si schierò al fianco dei nazisti.
Il vice segretario della Lega, Andrea Crippa, ha detto che “Cantare Bella Ciao è più grave che inneggiare alla X Mas”. L’ha detto proprio nel giorno, il 13 giugno, nel quale ricorreva gli 80 anni dalla strage di Forno (frazione di Massa alle pendici delle Alpi Apuane) dove 68 civili furono massacrati dai nazisti con il supporto della X Mas.
Crippa e gli altri della maggioranza non potrebbero stare nel Parlamento se non ci fosse stata “Bella Ciao” e i partigiani che hanno lottato per la nostra liberazione!

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I militanti di Gioventù Nazionale, sono la futura classe dirigente di Fratelli d’Italia. Fanpage.it si è infiltrata con una giornalista sotto copertura tra le fila del movimento giovanile del partito di Giorgia Meloni: nella video inchiesta viene mostrato come si formano le nuove leve della destra, fra inni al fascismo, paura per la stampa, apologia del terrorismo nero e insulti a neri e omosessuali.
La notizia è che, nonostante quello che vi si svolge, o forse proprio per quello, in una sorta di “rifondazione missina” o di formazione del giovane camerata, a quelle adunanze vadano a partecipare donne e uomini che rivestono ruoli importanti nelle istituzioni democratiche e ricoprono incarichi di governo. Sto parlando di esponenti di spicco di Fratelli d’Italia che partecipano alle iniziative di Gioventù nazionale: Arianna Meloni; l’eurodeputato Nicola Procaccini; i parlamentari Paolo Trancassini e Marco Perissa.