martedì 22 Ottobre 2024
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La privatizzazione dell’acqua

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La
privatizzazione dell’acqua pubblica in Italia è un fatto molto molto
grave. Il disegno di legge Ronchi, sul quale era imposta la fiducia
alla Camera dei Deputati, è divenuto legge giovedì pomeriggio.

E’
bene ricordare alcune considerazioni:


l’acqua non è neanche un diritto, ma uno dei due bisogni
fondamentali dell’uomo. Fa parte dell’alimentazione (primo bisogno).
Il secondo è la relazione con il suo prossimo. L’uomo, senza uno o
senza l’altro bisogno, si ammala, muore…. o se c’è un
deterioramento dell’uno e/o dell’altro l’uomo sta male e soffre.
Questa settimana si è chiuso anche il vertice FAO a Roma, con un
nulla di fatto. Ci viene ricordato che ogni sei secondi, una persona
al mondo muore di fame. Come vediamo quando il bisogno alimentazione
non funziona, ci sono squilibri forti, sino alla morte. E come
bisogno, non può essere acquistato da nessuno. Non è in vendita. Il
“bisogno” è più forte e chiaro del “diritto”.
Il diritto lo possiamo concertare, ma il bisogno è bene non
‘trattabile’ e immutabile nel tempo. E’ chiaro che privatizzare un
bisogno non è solo una questione di aumenti delle bollette
dell’acqua del 40% nel migliore dei casi, ma lede anzitutto la nostra
umanità, dunque nei suoi bisogni fondamentali. So che l’aspetto
etico poco potrebbe importare (per rispondere ai fautori della
privatizzazione). Allora spostiamoci sull’aspetto economico.


aspetto economico. Dare in mano ai privati o alle grandi
multinazionali dell’acqua (le prime sono francesi) il ‘mercato’
dell’acqua in Italia è un grandissimo affare per queste holding. La
bolletta non salirà, come afferma il “codacons”, del 40%,
bensì di più. Poiché il “privato” farà lavori di
ristrutturazione della rete idrica, di miglioramento della raccolta
alla fonte e dell’erogazione. Cosa che può benissimo fare anche il
“pubblico”. E il “privato” è una azienda che ha
lo scopo di massimizzare i suoi profitti, minimizzando i costi. Lo
scenario è facilmente ricostruibile: bollette elevate, sulle quali
nessuna amministrazione comunale potrà dire “è troppo”
(perché la gestione dell’acqua non è più sua), per garantire alti
profitti alla dirigenza e tagli di personale o comunque lavori di
ristrutturazione (quelli di cui vi ho parlato prima) che avverrebbero
sì, ma al minore dei costi… per cui non fatti bene come potrebbe
farli il “pubblico”. A fronte di quanto detto e delle
poche, sinora, esperienze italiane di privatizzazione dell’acqua,
l’aumento di solo il 40% è da ritenersi una chimera, poiché gli
esempi italiani di Latina e Arezzo già fanno vedere aumenti a tre
cifre.


si ha perdita di democrazia. Vendendo il bisogno (è sempre bene
ricordarlo), vendiamo noi stessi alle holding dell’acqua… il che
significa anche una perdita di democrazia in Italia, giacché il
controllo decisionale sull’acqua non spetta più all’ente pubblico,
ma alla holding, che sottrae quindi, qui possiamo dirlo (parlando di
democrazia), diritti primari. Anche questo aspetto va considerato nel
processo che ha voluto questo Governo.


esiste una proposta di legge di iniziativa popolare sulla
ripubblicizzazione dell’acqua in Parlamento, che lì giace, dopo lo
sforzo di tanti (è bene dire che l’attuale opposizione in Italia,
PD, UDC, Di Pietro non hanno fatto nulla per portare avanti questa
legge e per il lavoro di raccolta firme), che ha permesso di arrivare
a circa 400 mila firme raccolte. Con l’approvazione della
privatizzazione dell’acqua, anche questa proposta di legge sarà da
ritenere giacente in qualche scaffale. Però lo sforzo degli
innumerevoli comitati spontanei, associazioni cattoliche e no,
partiti di sinistra che si sono mossi per questa proposta di legge
non è da cancellare. Con altrettanta forza mi auguro che questi
gruppi e gruppuscoli si rimettano in moto per informare la gente di
cosa sta accadendo intorno alla privatizzazione dell’acqua e, nelle
modalità e tempi che si prospetteranno, attivarsi per arrivare ad un
referendum abrogativo dell’attuale legge

Ronchi
sulla privatizzazione dell’acqua pubblica.

Ci
sono anche altri aspetti, secondari, che non ho considerato. Sono
sufficienti questi per comprendere e fare comprendere alla gente la
gravità di ciò che è accaduto con la privatizzazione dell’acqua.

Forza
e coraggio!!!