lunedì 11 Dicembre 2023
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Una centrale turbogas?

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In questi giorni si discute parecchio della possibile costruzione di una centrale turbogas a Corinaldo, precisamente in zona Sant’Isidoro… a due passi quindi dalla nostra frazione di San Michele al fiume.

Chiaramente già molte persone si stanno interessando e preoccupando, soprattutto perché la centrale progettata sembra essere di enormi dimensioni. Ci si chiede, giustamente, quali ripercussioni potrebbero esserci sulle nostre terre dal punto di vista della salute e dell’impatto ambientale.

Molto probabilmente nascerà a breve un comitato. Purtroppo assistiamo a una proliferazione di comitati nati per impedire “la costruzione di qualcosa”, che hanno l’esclusivo intento di opporsi alla sua realizzazione nel proprio territorio. I responsabili di questo comportamento, a mio avviso, sono principalmente questi:

  • i politici che non amano discutere con i cittadini delle scelte che essi intendono prendere, privandosi quindi di un confronto determinante con la collettività;

  • i cittadini che troppo spesso si interessano di una questione solo quando riguarda il proprio “orticello”.

  • una cultura italica troppo emotiva (dogmatica) che ci impedisce di ragionare con serenità e razionalità sulle questioni che ci vengono poste.

In base alle informazioni che ho a disposizione, restando critico sulla costruzione di tale centrale, ritengo che ha un senso opporsi a queste opere solo inserendo nel discorso una visione di sobrietà e decrescita della nostra società dei consumi.

  • La nostra società è basata su un concetto di Pil: una società in cui tutti si arricchiscono sempre di più. Questo pensiero, ipotizzato inizialmente da Adam Smith, si è concretizzato intorno alla metà dell’800 con le invenzioni del sistema termoindustriale basate sull’energia fossile. La rivoluzione industriale è quindi la base della società dei consumi. Una società che più o meno tutti accettiamo perché, come dice il filosofo ed economista francese Serge Latouche, si basa su tre pilastri fondamentali:la pubblicità, che spinge al consumo “rendendoci infelici di ciò che abbiamo”, il credito, che dà i mezzi per realizzare l’impulso consumistico e “l’obsolescenza programmata” che forza a consumare di continuo.

  • I cambiamenti climaticistanno avvenendo con una velocità allarmante ma anche con un’indifferenza impressionante. Ormai tutti gli scienziati sono concordi che l’aumento di due gradi di temperatura del nostro pianeta è un fatto acquisito. Nei prossimi anni assisteremo all’innalzamento dei mari con il conseguente cambiamento delle coste (anche in Italia). L’attività dell’uomo e la sua capacità di inquinamento sono la causa principale di questi cambiamenti climatici. Ancora la maggior parte dei politici non è in grado di capire cosa questo significherà per il pianeta Terra… e ancor meno lo capiscono i cittadini.

  • Cambiare le impostazioni della nostra società dei consumi non è semplice e probabilmente anche utopico. Ma credo che sia possibile farlo nella misura in cui i cittadini comprendano la necessitàdi rivedere il proprio stile di vita.
    Ecco alcuni suggerimenti che fanno parte della Regola delle 8 “r”:Rivalutarele persone e le idee (prendere in considerazione l’esperienza di donne e uomini che nella storia hanno proposto esempi di sobrietà),Riconcettualizzarei termini “privato” e “pubblico” (in quest’ultima crisi economica abbiamo avuto l’ulteriore conferma che il termine “privato” non è sinonimo di “efficienza”: occorre riconsiderare il “pubblico” soprattutto in quei settori di “bene comune”),Ristrutturare(il sistema produttivo, costruendo cose più utili, e il sistema dei trasporti, utilizzando meno il trasporto individuale),Rilocalizzare(come sostiene Latouche “non è possibile che 8.000 camion trasportino ogni giorno acqua San Pellegrino dall’Italia alla Francia e acqua Evian dalla Francia all’Italia“),Ridistribuire(l’occidente rappresenta il 20% della popolazione mondiale e consuma più dell’86% delle risorse naturali),Riutilizzare(per risparmiare risorse naturali e creare posti di lavoro),Riciclare(ciò che non è possibile riutilizzare),Ridurre(la nostra impronta ecologica, ma anche gli orari di lavoro).

A questo punto formulo delle domande ai privati e ai politici che stanno meditando sulla costruzione di tale centrale turbogas:

  1. Qual’è l’entità dell’impianto?

  2. Ha senso costruire una centrale energetica nella Valle del Cesano? E se si, per quali motivi?

  3. E’ possibile ottenere la stessa energia con fonti energetiche non fossili (o non nucleari) e quindi con impianti più piccoli e meno invasivi sull’ambiente?

  4. Questa tipo di centrale riduce la produzione di Anidride Carbonica? In che modo si inserisce negli accordi di Kyoto?

Sarebbe bello e utile avere delle risposte e magari appuntamenti per un confronto costruttivo tra gli imprenditori e i cittadini. Questo compito spetta in primo luogo ai politici che hanno il diritto e il dovere di informare.

Questo testo rispecchia unicamente una mia personale riflessione. Non è da intendersi come la posizione ufficiale di questo sito. Chiunque voglia riportare le mie parole è pregato di tenere conto di questa distinzione.

Francesco Montanari