sabato 5 Ottobre 2024
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ITIS “Fauser” (Novara)

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Io sono stato uno
studente, tra i migliori, che ha frequentato il “Fauser” tra il
1985 e il 1988. Ho fatto tanti sacrifici per raggiungere il diploma…
i viaggi ogni giorno in treno da Vanzaghello alle 6.51, lo studio
intenso ed ampio… e tanti sacrifici li hanno fatti i miei genitori,
provenendo da una famiglia semplice e povera.

Il “Fauser”, ai miei
tempi, era l’ITIS di Costruzioni Aeronautiche più importante (e
più duro) del Nord Italia. Io l’avevo scelto per la passione del
volo che avevo ed ho… tanto che quando ho partecipato alla “top
gun” per studenti provenienti da tutta Italia (nel 1987)
all’aeroporto militare di Cervia sono arrivato 16° su una lunga
fila di partecipanti (in “teoria” li battevo tutti; un po’ meno
a guidare l’aereo… per cui non sono arrivato in finale per questo
motivo).

Sinceramente ora però vi
devo confidare che provo vergogna nell’essere un “fauseriano”;
il vostro Istituto ha preso delle scelte che sono profondamente
contrarie alla vita e allo slancio per il volo.
Iniziamo da un fattore
‘estetico’. L’Aermacchi MB 326 che avete issato all’ingresso
dell’istituto come una bandiera. Ma lo sapete quante morti ha sulla
coscienza quell’aereo?
In Italia è stato venduto
come addestratore militare per i piloti che poi avrebbero volato
anche sui Tornado e AMX. Ma all’estero? Ve lo siete mai chiesto? Vi
aiuto io. È stato venduto a: Sudafrica (violando l’embargo
internazionale a causa dell’Apartheid), Congo, Ghana, Zambia,
Nigeria, Tunisia, Dubai, Argentina, Perù, Brasile, Australia e
Malesia. E lo tenete ad immagine del vostro istituto?

Recentemente, poi, ho
saputo del corso post-diploma che dovrebbero seguire alcuni studenti
per la preparazione a diventare tecnici per la costruzione del
cacciabombardiere F35 a Cameri (NO). E qui, lo ammetto, le mie
residue capacità di pazienza e di rispetto per la scuola che ho
fatto sono venute meno ed è subentrata una grande indignazione. Ma
vi rendete conto di quanto ciò significhi? L’F35 non è un
addestratore militare (pur ripudiando anche quella scelta) ma è un
cacciabombardiere da attacco al suolo, nato non per giacere in un
hangar, ma per distruggere villaggi, famiglie… come le nostre…
come le vostre. E gli studenti che faranno questa scelta? Non so
quanto saranno liberi in coscienza di farla o saranno condizionati
dalla scuola, dalla famiglia, dai mass-media, dai politici locali…
In entrambi i casi non posso che disapprovarla radicalmente ed,
essendo la lettera indirizzata a voi insegnanti, vi chiedo e vi
imploro di non indottrinare militarmente gli studenti. Fate obiezione
di coscienza: io mi rifiuto di insegnare quella parte di materia; io
mi rifiuto di portare i miei studenti in visita a Cameri, in
Aermacchi, in AgustaWestland, come esempi da seguire
professionalmente per la loro vita.

A costruire armi, usiamola
finalmente questa parola e svestiamo i surrogati (“intercettore”,
ecc.) che sono usati per coprire gli aerei o gli elicotteri che
andranno ad assemblare viene meno anche l’umanità di chi le
costruisce. È un investimento di energie, intelligenze, tempo,
passione che va contro la costruzione e il rispetto per la vita,
tutto a sottrazione di tempo, energie, denari, ecc. che dovrebbero
andare a finire nella direzione della difesa della vita. Oppure non è
più questo che una scuola deve trasmettere agli studenti, al di la
delle materie didattiche? Far loro fare un cammino di coscienza per
arrivare a scegliere quale sarà il loro futuro professionale
migliore per loro e per coloro che vivono intorno a loro, siano essi
vicini o fisicamente lontani?

Vi chiedo di fermarvi a
riflettere su questa lettera e sui contenuti che fate passare agli
studenti. Grazie!

Samarate (VA),
16/11/2010 Stefano Ferrario